Forse non sarà domani è il titolo del toccante tributo che Rocco Papaleo dedica alla figura di Luigi Tenco e alle sue intramontabili canzoni il 1° luglio 2017, presso il Teatro Trianon Viviani di Napoli. Accompagnato da quattro straordinari musicisti quali Arturo Valiante al pianoforte, Guerino Rondolone al basso e al contrabbasso, Davide Savarese alla batteria e alle percussioni e Marco Sannini alla tromba, l’attore lucano si cimenta nell’esecuzione dei brani più celebri del compianto artista, intervallati da letture di testi e interviste da lui rilasciate nel corso degli anni.
Il cantautore affronta, nei suoi scritti, temi universali come l’amore e la giustizia sociale, con un’ironia e un disincanto ben veicolati dalla sagace leggerezza di Papaleo.
Tenco si scaglia contro i “romantici militanti” che non comprendono ci si possa innamorare per noia (Mi sono innamorato di te) e irride la retorica italiana sulla guerra, pensando ai ragazzi statunitensi costretti a partire per il Vietnam (Cara maestra): apprezza, inoltre, la comunità dei  “capelloni” – a cui sente di appartenere –  poiché avversa all’omologazione di massa.
Il cantante parla di indissolubilità del matrimonio e di meritocrazia in ambito artistico, mentre dona al grande pubblico indimenticabili sigle televisive – la più nota è Un giorno dopo l’altro per “Le nuove inchieste del commissario Maigret” – e brani di straordinaria leggerezza come I tuoi occhi sono fari abbaglianti resa celebre da Mal & The Primitives.
Efficace l’idea di rompere a metà spettacolo la “quarta parete”, chiedendo agli spettatori di comunicare le emozioni ispirate dall’ascolto dei brani letti e cantati: notevole entusiasmo suscita, inoltre, la proposta del comico lucano di intonare in coro la celeberrima e amatissima Vedrai, vedrai.
Molte sono le parole di amarezza che Tenco riserva al grande circo dello show business: più volte egli riscontra scarsa considerazione per il mondo cantautorale, costretto a esibirsi in manifestazioni piene di “confusione e baccano” in cui “canti e nessuno ti ascolta”. Ed è proprio nel corso di una di queste kermesse, il Festival di Sanremo del 1967, che l’artista viene trovato morto nella sua stanza d’albergo. L’evento viene rievocato da Papaleo attraverso la diffusione di un notiziario dell’epoca e la lettura di un articolo scritto dall’illustre poeta Quasimodo, che esalta il cantautore appena scomparso, attaccando duramente i suoi detrattori.
A fine spettacolo, dopo aver ascoltato l’audio originale dell’interpretazione sanremese di Ciao amore, ciao, il comico lucano dà le spalle al pubblico mentre si sente – in sottofondo – Mike Bongiorno che, dal palco dell’Ariston, archivia la recente tragedia domandando: “Renata, chi è il primo cantante di questa sera?” 
Ottima performance di Rocco Papaleo e degli strumentisti in scena, supportati da una pregevole tessitura drammaturgica (Stefano Valanzuolo) e musicale (Roberto Molinelli).

Laura Cascio