IL VELENO DEL TEATRO

DI/BY RODOLF SIRERA
TRADUZIONE/TRANSLATION DANIELA ARONICA
CON/WITH FRANCO CASTELLANO, MANUELE MORGESE
REGIA/DIRECTED BY PINO MICOL

date/dates 19 giugno/june h 21.00
luogo/venue teatro verdi (sa)
durata/running time 1h 20min
lingua/language italiano/italian
paese/country italia/italy

workshop
13, 14, 15, 16 giugno/june
luogo/venue università di fisciano (sa)

Il Veleno del teatro del drammaturgo spagnolo-valenziano Rodolf Sirera è un testo del 1978 che ha avuto diverse edizioni in Spagna e traduzioni in tutta Europa, che lo hanno reso un classico della produzione iberica contemporanea.
L’idea di affrontare il testo, mai rappresentato in Italia, nasce nel 2015 dall’incontro tra il regista e attore Pino Micol e l’autore Sirera, promosso da Maurizio Scaparro in una serie di progetti internazionali organizzati per il Teatro Nazionale di Toscana-Pergola di Firenze. Al laboratorio internazionale, a partire dal copione, hanno partecipato, oltre al Teatro la Pergola, il Teatrozeta dell’Aquila diretto da Manuele Morgese, l’Università di Barcellona, l’Istituto italiano di cultura di Barcellona in Spagna e la compagnia italiana di Scaparro. Dal 2015 sono stati realizzati due workshop: uno presso l’università di Barcellona ed uno a Firenze, presso il teatro della Pergola. Il laboratorio ha interessato una quarantina di allievi, sotto i 35 anni, alla presenza dell’autore Rodolf Sirera, di Pino Micol, di Manuele Morgese e di Daniela Aronica, curatrice della traduzione. Questo percorso ha permesso di sviluppare un lavoro aperto a molteplici ipotesi di rappresentazione che Pino Micol propone anche al Festival, seguendo la formula di workshop più spettacolo, nella sede dell’Università di Salerno presso il Campus di Fisciano.
Il Veleno del teatro è un dramma sui limiti della realtà scenica, del concetto di rappresentazione e della vita di un attore in scena. La vicenda è ambientata nel Settecento: un attore, simbolo della borghesia vincente, incontra un marchese, simbolo dell’aristocrazia sconfitta. La verità della scena si fonde con la finzione del ruolo, giocato dal marchese, e si confonde durante il dialogo tra i due in un gioco cinico che, attraverso una serie di trappole retoriche, li porterà lentamente a perdersi in un pericoloso labirinto di apparenze. Una nera commedia degli equivoci e delle prevaricazioni, tenuta tutta sul filo di un dialogo sempre più tagliente, fino ad un inevitabile colpo di scena finale.