REGIA DI FLORENT BERGAL
CON JUAN FERNADEZ, SOFIA GALLIANO, GABRIELA PARIGI, TOMY SOKOLOWICZ, FLORENCIA VALERI, TATO VILLANUEVA
COSTUMI CELINA SANTANA
LUCI LAURA SABAN
PRODUZIONE ESECUTIVA AZUL BASAVILBASO BERA
PRODUZIONE GENERALE PIERPAOLO OLCESE
UNA PRODUZIONE GALPON DE GUEVARA/PROYECTO MIGRACON
CON IL SOSTEGNO DI INSTITUTO NACIONAL DEL TEATRO
TEATRO NUOVO
28 E 29 GIUGNO, ORE 20:00
DURATA 1H E 10 MINUTI
PRIMA EUROPEA
Barocco, selvaggio, travolgente: uno spettacolo in cui teatro totale, virtuosismi circensi, acrobazie estreme, coreografie esotiche e sentimenti primordiali sprigionano un’energia esplosiva. Un’immersione nella vita di una famiglia sfrontata, dove tutto trabocca – amore e odio, eccessi e contraddizioni – fino all’arrivo di un ospite. È lui la causa del caos o solo una vittima di questa famiglia turbolenta? Le domeniche sono spesso festive… ma questa ha qualcosa di decisamente speciale. Il regista francese Florent Bergal e il collettivo Proyecto Migra danno vita a un progetto unico, che fonde la scuola francese del circo contemporaneo con la tradizione argentina del circo “criollo”.
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Baroque, wild, and playful: a high-energy show where total theatre, circus virtuosity, exotic choreography, and raw emotions collide. We enter the chaotic world of an outrageous family, overflowing with love and hate—until a guest arrives. Is he the cause of the chaos, or just its latest victim? Sundays are usually festive… but this one is something else.
Note di regia
¨Restiamo tra le mura del teatro: le scene necessitano di un contesto, di uno spazio in cui mettere in scena le azioni. Il teatro serve a questo: è uno spazio di rappresentazione che evoca emozioni, non le illustra. C’è un desiderio di catarsi permanente che rende la fantasia più accessibile. Tuttavia, gli elementi visibili che appartengono al teatro sono sempre presenti. Il sipario rosso del teatro non è nascosto, anzi, viene usato per il nostro gioco… Le entrate, le uscite, le apparizioni, le sparizioni, i passaggi, le fughe… sono elementi importanti nel nostro lavoro. Ci piace quando un personaggio o un’azione possono impadronirsi di una scena e trasformarne il significato. Lo spazio teatrale è una delle materie prime delle nostre creazioni. Vogliamo creare uno spazio architettonico significativo che accompagni l’estetica del luogo d’azione e le relazioni umane che vi si sviluppano. Il circo ha bisogno di un contesto piuttosto che di una storia per poter esistere.
L’unicità e la creatività di ogni artista sono al centro di questa forma di circo/teatro. Si stabilisce un contesto e si inizia a giocare, a improvvisare con le relazioni, contraendo valori e istinti. Le differenze e gli incontri generano nuovi mondi. Ogni personaggio deve essere affascinante e unico. Se la logica di una storia può essere onnipresente, non è però fondamentale.
Ciò che conta è l’alchimia che emerge dall’incrocio dei generi e che genera un linguaggio teatrale proprio. Non c’è morale in questo, non c’è un finale cartesiano. È un istante che trascorriamo con individui grotteschi, in cui corriamo il rischio di scorgere la nostra stessa riflessione.¨
Florent Bergal


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