Ph Sabrina Cirillo per Cubo Creativity Design
a cura di Giulio Baffi
con la proiezione in anteprima del docufilm Fratello ricordati di Tina Pica di Lucilla Parlato e Federico Hermann
prodotto da Identità Insorgenti
allestimento Luigi Ferrigno
collaborazione all’allestimento Sara Palmieri e Laura Simonet
coordinamento Angioletta Delli Paoli
ricerche Velia Basso
organizzazione Vesuvioteatro.org
Quartieri Airots – Chiesa dei 63 sacerdoti (via Carlo De Cesare 30)
15 giugno – 8 luglio 2018 da mercoledì a domenica ore 17.00 – 20.00
inaugurazione 15 giugno ore 18.00
La mostra è a ingresso gratuito
Tina Pica, grande caratterista, attrice di teatro e di cinema, nacque a Napoli il 31 marzo del 1884. Morì cinquant’anni or sono. Aveva 84 anni. Ha lasciato il segno della sua forte personalità nella memoria di generazioni di spettatori e di attori. Le rendiamo omaggio ricordandola con una mostra ed un docufilm. In mostra 84 testimonianze, tra fotografie “di famiglia” e foto scattate sui set cinematografici, ritratti, locandine, articoli, copioni, oggetti appartenuti alla grande, popolare ed amata donna-personaggio. Materiali messi a disposizione dai “nipoti Franco Pica”, da Gioconda Marinelli, dalla “Libreria del cinema e del teatro/Napoli” e da altri collezionisti che si ringraziano per la cortese collaborazione. La mostra, curata da Giulio Baffi, è allestita dallo scenografo Luigi Ferrigno.
Il docufilm Fratello ricordati di Tina Pica di Lucilla Parlato e Federico Hermann, prodotto da Identità Insorgenti, vuole essere una ricostruzione, attraverso le testimonianze di studiosi e protagonisti della città, per capire cosa resta nel teatro e nel cinema di oggi di Tina Pica, capocomica, inventrice di un linguaggio unico, e compagna di lavoro di Eduardo De Filippo.
FRATELLO RICORDATI DI TINA PICA
prodotto da Identità Insorgenti
regia Lucilla Parlato
direttore della fotografia Federico Hermann
riprese e montaggio Federico Hermann
aiuto regia Eddy Ferro
durata 45 minuti
“Fratello ricordati di Tina Pica” è il terzo “documento video” sulla memoria della città di Napoli prodotto dal quotidiano on line Identità Insorgenti, dopo Sangue di un popolo, dedicato alla mobilitazione del 2016 per il tesoro di San Gennaro (che un decreto, poi ritirato per le proteste dei partenopei, voleva sottrarre alla città di Napoli) e dopo l’eternità di Partenope, dedicato a Matilde Serao per i 90 anni dalla scomparsa. Il docu è dedicato all’attrice Tina Pica a cinquant’anni dalla scomparsa (che cade il 15 agosto 2018) e raccoglie le testimonianze critiche di esperti quali Giulio Baffi, Mario Franco, Ruggero Cappuccio, insieme alle memorie dei nipoti attori di Tina, Franco e Franco.
Concetta Pica non è stata solo una grande attrice, attiva, quasi senza interruzioni, dai 7 agli 80 anni. È stata anche capocomica e componente importante della compagnia dei De Filippo. Il grande successo però le è arrivato grazie al cinema, a 50 anni compiuti, quando la sua maschera era ormai indistinta dalla sua persona. Dal rapporto contrastato con Eduardo a quello simbiotico con De Sica fino ai pochi film fatti a fianco di Totò, alla passione per il gioco, la cucina, le sigarette e le preghiere, il docu recupera anche attraverso alcuni spezzoni dimenticati, la figura di questa grande attrice dalla voce cavernosa e metallica che risuona ancora nella nostra memoria. Nata a vico Cappella a Pontenuovo a Napoli il 17 febbraio 1884 non lontano dal teatro San Ferdinando, è figlia d’arte di una compagnia di “scavalcamontagne”. Proprio in quel teatro debutta a soli 7 anni in panni maschili, scelta da Federico Stella per Il cerinaio della ferrovia. In quello stesso teatro dopo 50 anni reciterà la sua ultima commedia a fianco di Eduardo, prima di essere rapita dal cinema. E qui ormai la forza del suo personaggio è tale che, caso più unico che raro per un comico donna ai tempi, alcuni film come La nipote Sabella (1958), La sceriffa (1959) La zia d’America va a sciare (1958), La Pica sul Pacifico (1960) vengono scritti appositamente per lei. Il docu ne racconta la storia anche attraverso episodi narrati dai suoi discendenti ma soprattutto si interroga su cosa resta alle generazioni di oggi di questa grande figura di donna, naturale talento da palcoscenico: “L’eleganza – dice Mario Franco, rilevando i cambiamenti della commedia all’italiana nel tempo – di una donna che a 40 anni ne dimostrava 60 e non tentava di fare il contrario, come accade oggi. L’ambiguità e al tempo stesso il fascino intramontabile di Tina Pica, restano vivi anche se ormai si vedono troppo poco i suoi film in tv.