DAL ROMANZO DI MARIO DESIATI
DRAMMATURGIA GIUSY FRALLONARDO, PAOLO RUSSO, CON UNA BALLATA DI MARIO DESIATI
CON GIUSY FRALLONARDO, MARIA GIAQUINTO, MAGDA MARRONE
MUSICHE DAL VIVO RADICANTO
SCENE FRANCESCO ARRIVO
COSTUMI ROSSELLA RAMUNNI
MOVIMENTI SCENICI ROBERTO VITELLI
ASSISTENTE ALLA REGIA MAGDA MARRONE
CONSULENTE PER LA LINGUA SALENTINA PAOLO RUSSO
FOTO DI SCENA E VISUAL DESIGNER MARIAGRAZIA PROIETTO
REGIA ENRICO ROMITA
PRODUZIONE ALEPHTHEATER/RADICANTO
TEATRO SANNAZARO
24 SETTEMBRE 2024 ORE 21.00
DURATA 80 MINUTI
Il romanzo
Nel Romanzo Ternitti di Mario Desiati, finalista al premio Strega 2011, (l’autore vincerà lo Strega nel 2022 con Spatriati), svolgono un ruolo importante il sud, incarnato dalle sue figure scolpite come alberi d’ulivo, radicate e contorte, e lo strappo dell’emigrazione che ha costretto quegli esseri lenti e legati a riti ancestrali all’esilio verso terre inospitali dove il lavoro non è mai diventato benessere.
La storia
Ternitti è la storia dei sacrificabili del Capo di Leuca, emigrati nelle fabbriche oltreconfine tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso ma è soprattutto una storia d’amore e di riscatto in cui le donne, prima fra tutte la protagonista, fanno da controcanto poetico a un mondo che non riesce a trovare nella modernità la possibilità di affrancarsi dal dolore.
L’adattamento
Domenica Orlando detta Mimì, un’operaia di 50 anni, ragazza madre, impiegata nel cravattificio della sua città, è sul tetto della fabbrica a difendere il suo lavoro e quello delle donne del Capo di Leuca. Inveendo contro un sindacalista, uno degli ennesimi uomini senza coraggio rivive, come per una madeleine, le tappe salienti della sua esistenza, dall’emigrazione in Svizzera al ritorno in patria, tenendo sempre come punto fermo il suo bisogno di accucciarsi sulla terra per connettersi con gli antenati e la sua libertà di donna nei rapporti con gli “uomini piccinni” che la affiancheranno e con le compagne della sua vita, madre, amiche e soprattutto figlia, la sua Arianna. Arianna Orlando è alla ricerca di un destino diverso da quello di sua madre, il riscatto sociale per lei passa attraverso lo studio e una professione universalmente riconosciuta. Un iniziale rifiuto della sua terra e dei suoi riti confluirà poi in una lotta comune per la salute, il lavoro, e il recupero della tradizione per quel sud, ferito da una perpetrata sudditanza culturale ed economica.
Lo spettacolo
Lo spettacolo si configura come una rivisitazione del teatro di narrazione, in cui Mimì, incarnata da Giusy Frallonardo, alterna momenti di racconto con dialoghi di vita vissuta con sua figlia Arianna, interpretata da Magda Marrone, in un duetto continuo con la sua amica Teresa, Maria Giaquinto, che nel doppio ruolo di attrice e cantante connette il piano narrativo a quello musicale dei Radicanto.
Centrale nello spettacolo è la lingua madre salentina e i suoni di una cadenza del sud che riverberano con maggiore acutezza nella musica del Radicanto che, con la loro presenza in scena e l’interpretazione di brani dal vivo, approfondiscono la relazione con la terra di Puglia, la vera protagonista della storia, e impersonano sia maschi del sud, ora operai sfruttati ora goliardi nullafacenti, sia “le persone” che nella cultura meridionale costituiscono quasi un’entità mistica e superiore a cui sono affidati i destini di chi vive in quei luoghi sotto i loro presunti occhi vigili.
Il tessuto musicale e la scena, con il suo corollario simbolico di derelitti, dialogano con la storia di Mimì Arianna e Teresa, in un continuo gioco di rimandi, di appuntamenti narrativi.