da “Les Garibaldiens” di Alexandre Dumas
durata: 1h 35m | Paese: Italia | Lingue: italiano
Teatro San Ferdinando – 05-06-07/10/2011, 20:00
libero adattamento di Roberto Cavosi
regia di Maurizio Scaparro
produzione Napoli Teatro Festival Italia, Compagnia Italiana
Il sogno dei mille è la storia di una “speranza”. La speranza di mille ragazzi che gettatisi in un’impresa creduta da tutti disperata, hanno combattuto e vinto per l’unità del nostro Paese. Alexandre Dumas, l’autore de I Tre moschettieri e de Il Conte di montecristo, grande ammiratore di Garibaldi nonché idealista e promotore di quei valori di libertà ed uguaglianza nati con la Rivoluzione Francese, segue con trepidazione via mare la spedizione delle “camicie rosse”, a bordo della sua goletta “Emma”. Non solo, partecipa attivamente all’impresa comprando armi o precedendo l’Eroe dei due Mondi in quelle città dove poteva essere d’aiuto nel tessere rapporti diplomatici con coloro che credevano nell’unità d’Italia e che già lavoravano per preparare il terreno del “dopo Regno Borbonico”.
Come tutti sappiamo il Regno delle due Sicilie implode. Napoli è libera! E noi dove siamo? Eccoci con Dumas, nella sua camera-studio a Napoli, a Palazzo Chiatamone, un antico e bellissimo edificio della capitale partenopea, oggi scomparso. Garibaldi l’aveva messo a disposizione di Dumas, dopo averlo nominato direttore delle biblioteche e degli scavi di Pompei, nonché editore del giornale “L’Indipendente”. È la notte di San Gennaro e la città è in festa da quando, l’8 settembre, è stata liberata ufficialmente. È una notte colma di gioia e di speranza, ma Dumas non può fare a meno di ultimare il diario di quel grande sogno a cui lui stesso aveva partecipato, quell’impresa epica e straordinaria. Improvvisamente nell’euforia della festa, irrompe danzando Angelo, un ex mozzo, ma soprattutto un ex soldato borbonico che aveva partecipato alla battaglia di Palermo. È un caso? Non si sa: il destino a volte gioca davvero degli strani scherzi. Come quelle “strane voci” sentite da Angelo nelle strade di Palermo: voci di ragazzi come lui, ma che venivano dal Nord e che con tutto il cuore si gettavano nella mischia urlando “Viva l’Italia”. Angelo non ha più potuto dormire da quel giorno, sentendo la parola Italia detta con quel sentimento, quel trasporto, lo stesso con cui le camicie rosse sventolavano il Tricolore. “Sono italiano anch’io?” si chiede Angelo, “Quella parola me la sento nel petto come mi fosse da sempre appartenuta…”. Ed ecco che tra i ricordi di Angelo e quelli di Dumas si ricompone in quella magica notte il mosaico dell’impresa. Finché lo scrittore francese mostra una camicia rossa al ragazzo: dalla finestra esplodono i fuochi d’artificio.
Il sogno dei mille è il commosso tributo a tutti coloro che hanno permesso a quella grande speranza di avverarsi, e che in quei giorni a Napoli sembrava raggiunta per sempre. È il sogno di uomini che hanno creduto in un’Italia fondata sulla giustizia, sul lavoro, sulla libertà. Un sogno poetico di unità e dolcezza.