Ph Guglielmo Verrienti per Cubo Creativity Design
di Luke Norris
regia Silvio Peroni
produzione Khora Teatro
Palazzo Reale – Cortile delle Carrozze
3 luglio 2018 ore 21.30
durata 2 ore
Vincitore del premio Bruntwood 2013 per Playwriting, l’opera prima del ventottenne Luke Norris So Here We Are è un racconto su ciò che può accadere quando non succede niente, uno sguardo compassionevole sulle giovani vite interrotte e un toccante ritratto di amicizie infantili che faticano ad accettare la loro vita adulta.
Il dialogo di Luke Norris è esilarante ma non così spiritoso da sembrare artificiale. È autenticamente banale, come se avesse registrato le conversazioni sugli autobus o nei pub o, data l’immaturità dei personaggi, nei campi da calcio; questo approccio naturale e realistico è la vera forza del testo. Le rivelazioni e gli snodi della vicenda narrata non avvengono mai in un modo sorprendente, ma come naturali evoluzioni drammaturgiche.
«La regia – afferma Silvio Peroni – è tesa a far emergere le storie e i conflitti dei protagonisti attraverso un gioco teatrale scevro da “effetti”. Vuole far affiorare l’elemento drammaturgico in sé. Un lavoro incentrato sugli attori, sulla capacità di raccontare e sulle relazioni che si dovrebbero stabilire fra autore, attore e spettatore; un triangolo comunicativo che pone l’accento sul messaggio del testo e sulle immagini emotive che le parole del testo ricreano. Il messaggio potrebbe perdere di valore nel momento in cui l’attenzione viene focalizzata sulla spettacolarità della rappresentazione e progressivamente si perderebbe anche l’attitudine nel riflettere sul perché si è scelto di mettere in scena un determinato testo. L’urgenza di comunicare un messaggio viene spesso relegata a una dimensione meramente estetica. Viene meno, dunque, la riflessione che il pubblico dovrebbe fare al termine dello spettacolo, che esuli da una prima analisi tecnica o qualitativa. Il messaggio del testo è quasi sempre più complesso e articolato della visione univoca del regista: sarà lo spettatore, che a seconda della sua provenienza sociale e culturale, percepirà in modo individuale le molteplici sfumature di un testo. La funzione del regista è quella di fare emergere questi messaggi scoprendo le naturali spinte vitali che ogni personaggio mette in gioco nell’opera teatrale. Per fare questo bisogna partire dall’osservazione del quotidiano cercando di capirne i modi, i mezzi e i bisogni comunicativi; ogni essere umano, così come ogni personaggio, ha in sé dei conflitti che si esprimono attraverso la relazione con gli altri personaggi, ha in sé desideri, ambizioni, modi di pensare e modi di esprimersi, una necessità comunicativa e una propria funzione nei rapporti interpersonali».