DI HERMANN HESSE
TRADUZIONE DI MASSIMO MILA
REGIA DI MANUELE MORGESE
CON MARIANO RIGILLO
E MANUELE MORGESE, RICCARDO FEOLA, SARA ADAMI
CREAZIONI VIDEO E ANIMAZIONI COSIMO BRUNETTI
MUSICHE DAL VIVO MARCO BANDERA (HANDPAN E PERCUSSIONI)
COREOGRAFIE FRANCESCA DI BOSCIO
SCENE ROBERTO FORESTA, MANUELE MORGESE
COSTUMI ISAURA BRUNI
FINALIZZAZIONI TECNICHE E PROIEZIONI ALESSANDRO IMMARO
DISEGNO LUCI PASQUALE PAPA
ORGANIZZAZIONE GENERALE RICCARDO SPINOZZI
PRODUZIONE COMPAGNIA TEATROZETA
CAPODIMONTE – MANIFATTURA DELLA PORCELLANA (PORTA MIANO)
7 LUGLIO ORE 21.00 DURATA 1H+55MIN DEBUTTO
“La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libra nell’aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri, pochi, sono come le stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c’è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino”.
Per la prima volta in Italia, il romanzo “Siddhartha” di Hermann Hesse, diventa spettacolo teatrale, grazie all’idea progettuale di Manuele Morgese, direttore della compagnia Teatrozeta, qui, nel duplice ruolo di interprete e regista. Mariano Rigillo, maestro ed interprete d’eccezione, è il “deus ex machina” che guida le fila della rappresentazione per assurgere a protagonista nel ruolo del Barcaiolo, simbolo della spiritualità universale narrata da Hesse. In scena Riccardo Feola nel ruolo dell’amico fedele Govinda e Sara Adami, in Kamala, maestra d’amore. Marco Bandera suona percussioni Hand pan e campane tibetane.
Per la particolare struttura dell’intreccio che alterna dialoghi e narrazione e nel profondo rispetto del messaggio dell’autore, la rivisitazione scenica ha l’obiettivo di condurre lo spettatore ad una vera e propria ri-lettura della storia, lasciando intatto lo stile e la struttura del testo: si parte dai nostri giorni, dall’assordante chiassoso rumore della tecnologia di ogni tipo.
La narrazione, protagonista, torna di frequente, come se lo spettatore sfogliasse una ad una le pagine dei dodici capitoli del testo e si fonde al contesto delle immagini di animazione (realizzate da Cosimo Brunetti) su un enorme fondale trasparente che fa da diaframma alle azioni e alle suggestioni sceniche dei personaggi; un’osmosi linguistica tra teatro e audiovisivo. Una contaminazione tra musica e danza, tra prosa e visual art. Un’alternanza tra bidimensionalità dei video e tridimensionalità degli attori: parte dei personaggi sono disegni animati ed interagiscono con gli altri in carne ed ossa.
Lo spettacolo mette in scena la storia di un uomo, emblematica storia di tanti uomini, la storia dell’autore – narratore, storia dell’uomo, di ieri e di oggi, alle prese con i mille dubbi che la vita rivela; storia degli uomini – bambini di cui Siddhartha vede e deride gli affanni, gli amori, le passioni, i dubbi, il vivere quotidiano, l’attaccamento al denaro.
Siddhartha è la storia – prototipo del cerchio della vita. Siddhartha, corpo e anima, nella costante ricerca del proprio IO, è personaggio monumentale, di cui il teatro contemporaneo, in questi tempi così bui ed incerti, ha sicuramente bisogno.