mostra fotografica di Tommaso Le Pera
spazi scenici Luigi Ferrigno
con gli allievi del biennio di Scenografia per il Teatro dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli
Chiara Carnevale, Otello Ciarciaglini, Tiziana D’Alessandro, Alessandra Di Martino, Paolo Iammarone, Grazia Iannino, Fabio Marroncelli, Antonio Nardelli, Giulia Nocerino, Laura Simonet, Giulia Suriano
Mi è sempre piaciuto immaginare lo sport come una sorta di variante tutta fisica dell’arte. L’immediatezza del gesto atletico mi ricorda ogni volta quella interazione e quella sintesi, tra istinto ed elaborazione analitica cui sottendono anche i processi creativi di un artista. Le fasi di pulsione, coordinamento, stilizzazione ed estetizzazione dell’azione motoria, mi sembrano ricalcare l’andamento dinamico e logico del realizzarsi di un segno d’arte. Lo sport, insomma, proprio come l’arte, sperimentando continuamente la conoscenza del limite, mi pare si occupi nel modo più estremo anche se, forse, meno consapevole delle scaturigini profonde dell’essere umano. D’altro canto il laboratorio di Fidia di fianco alla palestra dei pugilatori nella città di Olimpia, lo studio sul movimento fisico dei giucatori di palla al maglio che, nel manoscritto I, Leonardo consigliava ai pittori rinascimentali, sino, per amore di sintesi, all’infatuazione cromatica e geometrica dei futuristi per la spazialità del moto o al proverbiale attore come “atleta del cuore” di Artaud, sono testimonianze articolate e puntuali della naturale relazione esistente tra sport ed arte. Sono segni emblematici di due ricerche affini “parallele e coincidenti”. SportOpera nasce come un osservatorio attivo in cui recuperare proprio questa originale relazione. Propone e provoca esercizi di stile sulle connivenze tra lo sport e le varie declinazioni dell’arte. Riesanima e rianima l’originario spirito ri-creativo dello sport profondamente falsato da quella scissione, verificatasi nel secondo ‘900, del teorico-intellettuale dalla totalizzante attività dei sensi che è il gioco. Una frattura culturale che ha progressivamente consegnato le emozioni e le passioni (legate come necessità al gioco stesso) al sistema parassita del capitale. È questo esercizio di pensiero intorno all’arte e allo sport che ha restituito gli spazi dell’Accademia, dove l’arte appunto si prepara e comincia a concretarsi, come luoghi naturali e inevitabili per il compiersi del gioco dello sport, come campo ideale del suo svolgersi e spiegarsi. Sale di scultura, gipsoteca, sale di scenografia, aule magne diventano palestre dove la plastica del corpo cerca consonanze e dialoghi con le figure musicali della parola e del racconto. Il teatro, la letteratura diventano installazioni narranti e l’attore, e l’atleta, ricercano radici e forma remote e comuni.
Claudio Di Palmaorganizzazione Vesuvioteatro.org
Accademia di Belle Arti
da martedì 13 a domenica 18 giugno 2017
Inaugurazione martedì 13 giugno 2017
ore 19.00
Se è vero che lo scopo della fotografia di scena teatrale è quello di rendere leggibile lo spettacolo fotografato al di là delle disposizioni e composizioni registiche, è anche vero che, essendo il fotografo uno spettatore privilegiato che guarda con occhio critico, quasi da recensore, il lavoro rappresentato, si deve anche sentire libero di interpretarlo secondo la propria sensibilità, la propria cultura teatrale e abilità tecnica e di sguardo. Molte volte e senza che questo diventi una regola si può cogliere l’anima di uno spettacolo traducendo in istantanea un atteggiamento, un gesto o un’espressione dell’attore in azione dinamica, conservando la memoria di un’arte che si consuma nello stesso momento in cui si fa. Se si riesce a trasmettere attraverso questo tipo di immagini l’essenza e l’atmosfera di quello che sta avvenendo sul palcoscenico, allora la fotografia di scena diventa altro, non solo documentazione. Tommaso Le Pera, con più di 40 anni di lavoro e oltre 4000 spettacoli immortalati, è definito il fotografo del teatro italiano. Ha dato vita ad un modo innovativo di documentare la scena: non foto in posa e statiche, ma (senza interrompere il corso naturale della recita) fotografie dinamiche e in movimento. Foto rubate, fatte in fretta, carpendo momenti fugaci tra la risata e l’applauso.