Ph Guglielmo Verrienti per Cubo Creativity Design

PARTITURA
di Ivana Sajko
traduzione Elisa Copetti
con Sabrina Jorio
spazio/installazione Pier Paolo Bisleri
suono Paolo Cillerai
animazione e grafica Marco Lucisano/Barbara La Torraca
elementi scenici realizzati da Davide Di Donato e da Laboratori Fondazione Teatro “G. Verdi” – Trieste
foto di scena e video Teresa Terranova
regia Tommaso Tuzzoli
produzione Golden Show – Tinaos
in collaborazione con Residenza Idra – Valli del Natisone/Through Landscape

Palazzo Reale – Cortile delle Carrozze
30 giugno 2018 ore 21.30
durata 1 ora

Un incontro tra un uomo ed una donna una notte in discoteca. Il loro ritorno a casa attraverso la città in una notte di guerra. Un autobus che brucia con passeggeri ignari, la loro fuga dal pericolo. L’arrivo a casa di lui. L’amore tra i due e un risveglio che ha il sapore dell’abbandono.

«Un vortice di parole – scrive Tuzzoli – che danza su di un motivo d’amore. Un vortice di parole che frammenta il ricordo per ricostruirlo solo alla fine lentamente. Un vortice di parole che dà vita ad un testo confessione ad un testo affermazione della propria esistenza. Rose is a rose is a rose is a rose di Ivana Sajko, giovane autrice croata, è un testo che abbiamo voluto tradurre e presentare per la prima volta in Italia, affascinati da una scrittura densa fatta di luce e buio, di corpo e anima, di violenza e ironia. Una scrittura veloce che toglie il respiro e togliendolo ne chiede un altro più profondo, più consapevole, frasi che come orli taglienti lasciano cicatrici sui corpi, nella mente, nelle emozioni.
Una storia d’amore che prende vita sulle macerie di una guerra inattesa. Una notte d’amore che si trasforma in un miracolo inaspettato, in una fuga dal dolore, in un incastro tra corpi, in una mattina dove la luce apre le porte all’abbandono. Una storia che chiede di essere ricucita pian piano. Il ricordo di chi narra è fatto di piccoli indizi, di ripetizioni ossessive. Il ricordo diviene l’ostacolo. Il ricordo vuol essere cullato, vuol riaffiorare un po’ alla volta e l’unico modo per ricostruirlo è la scrittura. Il personaggio/autrice narra i fatti ed esorcizza gli avvenimenti attraverso l’atto della scrittura tramutando la parola in una partitura a più voci. Sogno ad occhi aperti, allucinazioni fatte di voci che affollano una memoria e che chiedono di essere ascoltate. Una rosa è una rosa ma le sue spine possono ferire».