ph Salvatore Pastore
DI ENZO MOSCATO
CON BENEDETTO CASILLO, SIMONA BARATTOLO, SALVATORE CHIANTONE, CIRO D’ERRICO, GIOVANNI DI BONITO, TONIA FILOMENA, AMELIA LONGOBARDI, ENZO MOSCATO, FRANCESCO MOSCATO, ANTONIO POLITO, MICHELE PRINCIPE
MUSICHE DONAMOS
SCENA CLELIO ALFINITO
COSTUMI VERONICA GROSSI
FONICA TERESA DI MONACO
AIUTO REGIA CARLO GUITTO
REGIA ENZO MOSCATO
ORGANIZZAZIONE CLAUDIO AFFINITO
COPRODUZIONE COMPAGNIA ENZO MOSCATO – CASA DEL CONTEMPORANEO, FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA
prima assoluta
9 giugno 2019 ore 21.00
10 giugno 2019 ore 19.00
durata 1 ora e 15 min
Napoli
Sala Assoli
Enzo Moscato porta in scena per il Napoli Teatro Festival Italia un nuovo testo che affronta il tema della condizione del bambino e dell’adulto prendendo spunto da una lontanissima, oramai quasi mitica, vicenda di cronaca.
«Condizione – si legge nelle note di Enzo Moscato – fisica e metafisica, dei tempi e degli spazi. Bambini che, di botto, diventano adulti e adulti che, alla stessa identica maniera, ridiventano bambini, ritornando così nella loro antica classe elementare. Tra l’una e l’altra condizione, da bambini oppure da adulti, il tratto comune che le lega è la Morte. La Morte degli adulti ex-bambini, causata dalla guerra mondiale in atto e la Morte dei bambini – in quanto tali (perché, per crescere, per essere soldati e, quindi, anche per andare in guerra e là morirvi, bisogna prima farla finita con l’esser bambini!). Dimodoché, poi, morire in guerra, da soldati, non sia la prima bensì la seconda morte, che gli accada di sperimentare. Ma ci sono anche bambini che questa “seconda” Morte se la danno da soli – e liberamente – suicidandosi per il terrore di crescere e crepare senza scopo, da soldati, durante una battaglia. E questo è il caso dei bambini che, nel tardo autunno del 1917, si lanciano nel vuoto, orribilmente, spiccando il salto dalle ringhiere interne dei piani alti del complesso scolastico elementare-municipale “Emanuele Gì”, arroccato sui quartieri più poveri e spettrali della popolosa città di “N”. La Ronda degli Ammoniti, nella suddetta scuola, allora è proprio questo. Questo grottesco ritorno in vita, da fantasmi, di ex-bambini divenuti adulti solo per servire, da soldati, come concime continuato per la guerra e di morti–da bambini, suicidi-da bambini, che hanno preferito anzitempo, “manu propria”, porre termine all’esistenza loro, per null’altro che l’angoscia di crescere e finire sotto terra per i cinici decreti burocratici di altrui: i signori della guerra. I gelidi, disincantati macellai di sogni e giovinezza dell’Europa di cento anni fa».