UN PROGETTO DI MARCO BALIANI
CON CON MARCO BALIANI (VOCE RECITANTE) E I I FILARMONICI DI BUSSETO: GIAMPAOLO BANDINI (CHITARRA), ROGER CATINO (PERCUSSIONI), CESARE CHIACCHIARETTA (FISARMONICA), ANTONIO MERCURIO (CONTRABBASSO), SIMONE NICOLETTA (CLARINETTO),
MUSICHE CESARE CHIACCHIARETTA, NINO ROTA, GIUSEPPE VERDI
PRODUZIONE SOCIETÀ DEI CONCERTI DI PARMA
IN COLLABORAZIONE CON TEATRO REGIO DI PARMA
DISTRIBUZIONE PARMACONCERTI
CAPODIMONTE – CORTILE DELLA REGGIA (PORTA GRANDE)
29 GIUGNO ORE 21.00 DURATA 1H+15MIN
Rigoletto è un monologo, quindi per farlo c’è bisogno di un personaggio in carne e ossa, spirito e materia. È uno dei motivi che mi ha spinto a quest’altra impresa. Poter rivestire per una volta la pelle di un altro e starci dentro dall’inizio alla fine: è una gioia particolare per me che in scena da narratore non ho mai la possibilità̀ di calarmi interamente nelle braghe di chicchessia, sempre devo stare vigile a controllare e dirigere l’intero svolgersi della vicenda. Quando invece dirigo altri attori, loro sì, sono personaggi e li invidio sempre un po’, perché́ so che vuol dire poter essere un altro fisicamente e spiritualmente, una sensazione di pienezza, aver generato un altro avvicina noi uomini al mistero della duplicazione femminile.
La proposta fattami dal Teatro Regio di Parma di occuparmi, a mio modo, di una “rilettura” di un’opera di Verdi in cartellone nella stagione, la potevo facilmente risolvere con un bel reading, lettura più̀ musica e via così. Ma volevo rischiare di più̀, come sempre mettermi in gioco, senza appoggiarmi al già̀ saputo, senza occhiali e leggio.
Mi son detto che era l’occasione buona per osare un personaggio e incarnarlo, dopo tanto tempo, tornare a mettere mano a tutte le cose che ho imparato strada facendo sul mestiere antico dell’attore e provare a costruirci sopra un testo scritto, un bel canovaccio su cui giorno dopo giorno, provando, creare un dire per niente letterario, ma concreto, materico. Compreso il trucco in faccia e il costume preso in prestito nei depositi del teatro Regio, appartenuti ai tanti Rigoletti passati da quelle parti.
La seconda motivazione è stata la mia passione per gli esseri del circo, ma quei circhi piccoli, non eclatanti, non amo i “soleil” circensi fatti di effetti speciali e artisti al limite della robotica per la bellezza scultorea e bravura millimetrica del corpo. No, preferisco la rozzezza faticosa ma meravigliosa di quei circhi dove chi strappa i biglietti te lo ritrovi dopo vestito da pagliaccio e il trapezista sa anche fare giocolerie, esseri nomadi, zingarescamente affamati di vita, mi prende uno struggimento totale quando varco quei tendoni, a percepire la fatica quotidiana di un vivere precario ma impeccabile. Volevo fare un omaggio alle cadute, alle sospensioni, alle mancanze di appoggi.
Marco Baliani