(la naturale bellezza del creato)
COREOGRAFIA E REGIA ROBERTO ZAPPALÀ
MUSICA JOHANN SEBASTIAN BACH
UN PROGETTO DI ROBERTO ZAPPALÀ E NELLO CALABRÒ
LUCI E SCENE ROBERTO ZAPPALÀ
COSTUMI VERONICA CORNACCHINI E ROBERTO ZAPPALÀ
REALIZZAZIONE SCENE E COSTUMI THEAMA FOR DANCE
DANZATORI CORINNE CILIA, AYA DEGANI, FILIPPO DOMINI, ANNA FORZUTTI, GAIA OCCHIPINTI, DELPHINA PARENTI, SILVIA ROSSI, JOEL WALSHAM, VALERIA ZAMPARDI, ERIK ZARCONE
ASSISTENTE ALLE COREOGRAFIE FERNANDO ROLDAN FERRER
ASSISTENTE ALLA PRODUZIONE FEDERICA CINCOTTI
MANAGEMENT VITTORIO STASI
UFFICIO STAMPA VERONICA PITEA
DIREZIONE TECNICA SAMMY TORRISI
INGEGNERE DEL SUONO GAETANO LEONARDI
DIREZIONE GENERALE MARIA INGUSCIO
UNA PRODUZIONE SCENARIO PUBBLICO/COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA CENTRO NAZIONALE DI PRODUZIONE DELLA DANZA
IN COPRODUZIONE CON BELGRADE DANCE FESTIVAL (BELGRADO), FONDAZIONE TEATRO COMUNALE DI MODENA, MILANOLTRE FESTIVAL (MILANO)
COPRODUZIONE E RESIDENZA CENTRE CHORÉGRAPHIQUE NATIONAL DE RILLIEUX-LA-PAPE (LIONE)
IN COLLABORAZIONE CON M1 CONTACT CONTEMPORARY DANCE FESTIVAL (SINGAPORE), HONG KONG INTERNATIONAL CHOREOGRAPHY FESTIVAL (HONG KONG), TEATRO MASSIMO BELLINI (CATANIA)
CON IL SOSTEGNO DI MINISTERO DELLA CULTURA E REGIONE SICILIANA ASS.TO DEL TURISMO DELLO SPORT E DELLO SPETTACOLO
TEATRO POLITEAMA
29 SETTEMBRE ORE 21.00 DEBUTTO
Con questa creazione Roberto Zappalà cura in profondità̀ l’estetica e il linguaggio del corpo, e lo fa dedicando un’intera serata a Johann Sebastian Bach, che con la sua musica cristallina e preziosa incarna per il coreografo l’ideale di un’arte pura e “onesta”.
Far vivere in danza l’ammirazione che Zappalà nutre da sempre per il grande musicista tedesco è stato il fattore trainante che gli ha permesso di comporre tra soli, duetti, trii e ensemble, alcune delle pagine coreografiche a lui più̀ care nella sua trentennale attività̀. La musica dalla risoluzione perfetta e neutra di Bach ha difatti esercitato un forte richiamo sul coreografo, rappresentando al contempo il contrasto e la sintesi musicale ideale per la sua danza, sensuale e istintiva.
Molte produzioni del repertorio della compagnia (Silent as, Patria, Naufragio con spettatore, ecc) hanno nella colonna sonora alcuni brani di Bach, da qui il desiderio di ricomporre, sviluppare ed elaborare in altra forma queste coreografie realizzate nel tempo. La ricorrenza dei 30 anni di attività̀ della Compagnia Zappalà Danza è stato per il coreografo l’occasione per costruire ex-novo e in alcuni casi ri-coreografare questi brani, e dedicare questo omaggio al suo compositore preferito.
Molti anni sono trascorsi da quando Roberto Zappalà si è confrontato con una creazione priva di una forte drammaturgia spesso legata al sociale, in Rifare Bach nessuna drammaturgia articolata e nessun intellettualismo, soltanto una stretta relazione tra l’estetica più eterea della musica e quella più carnale della danza per un viaggio denso di poesia.
Al centro della creazione un universo coreografico che mette il corpo, con la sua naturale bellezza e tutta la sua fragilità̀, quale elemento fondante e transito ineludibile.
La naturale bellezza del corpo dei danzatori e della musica di Bach ha nella creazione un corollario di suoni della natura e del mondo animale, come delle mini ouverture che introducono le note bachiane. Una natura quasi da alba dell’umanità̀ dove i suoni dell’oggi, della sua violenza e tragedia sono ancora assenti. Ascoltare la natura e i suoi “silenzi”, per un ritorno a un mondo dove sia ancora possibile intendere la “straziante e meravigliosa bellezza del creato” (1).
Il titolo Rifare Bach vuole anche essere un richiamo alle tante rivisitazioni musicali che nel tempo sono state fatte delle opere del compositore tedesco. E alcune di queste saranno parte della ricerca del coreografo nella composizione musicale dell’opera.
1 (Pasolini “Che cosa sono le nuvole?”)
“Gli esseri umani hanno da sempre guardato alla natura per comprendere il senso del loro essere qui e delle loro azioni. La natura è comune a tutti ed è la madre di tutti, considerare la natura equivale a considerare l’universalità̀ delle cose.
La definizione etimologica di universo pone l’accento sull’unità di corpo e scopo quindi universalità̀ equivale alla volontà̀ di unire tutti in una dimensione di convivenza.
La musica di Bach per quanto mi riguarda riesce ad unire ogni espressione d’arte sotto uno stesso involucro ed è strumento di creatività̀ infinita così come lo è la natura, anche quella che (nei suoni) sarà̀ presente nel mio lavoro e che ha stimolato la mia capacità cognitiva di creare e inventare e così il mio processo di acquisizione di conoscenze e comprensione attraverso il pensiero. Uno spazio dove silenzio, ascolto, percezione e gesto saranno presenti in modo unitario nel rispetto delle singole differenze.”
Roberto Zappalà