DI CHRISTOPH MARTHALER, ANNA VIEBROCK
DRAMMATURGIA STEFANIE CARP
durata: 2h 15m | Paese: Austria, Italia, Grecia, Francia, Polonia, Svizzera, Giappone | Lingue: tedesco, italiano (con sottotitoli in italiano)
Auditorium Domenico Scarlatti della RAI di Napoli – 25-26-27/06/2009, 20:00
PRODUZIONE: WIENER FESTWOCHEN.
IN COPRODUZIONE CON: NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, ATHENS FESTIVAL, FESTIVAL D’AVIGNON, INTERNATIONAL THEATRE FESTIVAL WROCLAW, THEATER CHUR, FESTIVAL/TOKYO.
Con Riesenbutzbach. Eine Dauerkolonie, Christoph Marthaler mette in scena la paura dell’altro e dello straniero, che trasfigura in incubo la vita dei cittadini europei. In un’ambientazione minimalista, creata da Anna Viebrock, dodici artisti, fra attori e musicisti, si muovono in una dimensione in cui ogni luogo, persona e gesto sono continuamente sottoposti a controllo.
La scena è popolata di telecamere a circuito chiuso, antifurti e recinzioni di sicurezza, mentre ogni personaggio è un informatore corrotto, che spia e sorveglia le azioni degli altri. Lo spettacolo, che ha debuttato a Wiener Festwochen nel mese di maggio, è appositamente riadattato per Napoli.
Dopo aver lavorato a lungo come musicista teatrale in Germania, Christoph Marthaler è chiamato nel 1989 al Teatro di Basilea, dove comincia l’attività di regista teatrale.
Qui, nello stesso anno, conosce la drammaturga Stefanie Carp e la scenografa Anna Viebrock, con cui continua a collaborare tuttora. È stato nominato regista dell’anno per tre anni consecutivi (dal 1997 al 1999) sulla rivista “Theaterheute” e ha vinto il Premio Europa per il Teatro nel 1998.
«Una contemplazione teatrale e musicale degli ultimi giorni del consumo. Che verrà dopo? Un sistema di vita corrotto e claustrofobico basato su gerarchie familiari e capitalistiche tenta di proteggere l’ordine costituito.
Si installano sempre nuovi congegni di sicurezza, di intercettazione e di sorveglianza.
Ormai non c’è più nulla da proteggere o controllare, sebbene nessuno si sogni di ammettere una cosa del genere. Un padre di famiglia usa una telecamera per osservare la moglie mentre riassetta casa. Tutto ciò che è strano o diverso è chiuso fuori.
Eppure, dentro, fare la spia, informare e corrompere sono i passatempi preferiti.
Più cresce l’ansia, più frequente è il ricorso al denaro in cassa e alle riserve. “Se non ricevo i miei bonus e le mie indennità, crollerà tutto”. Ovviamente si fa appello al senso della comunità e all’armonia. “Le nostre gerarchie qui sono piuttosto deboli”.
Nella loro vita inconscia tutti i personaggi confessano gli uni agli altri i crimini più atroci; nei loro incubi sono ridotti a miserabili vagabondi. Si addormentano nella ricca Europa occidentale e si svegliano in un dormitorio, continuando a farfugliare frammenti di strategie di marke- ting perchè non sono capaci di pensare ad altro» – Christoph Marthaler.