ph Salvatore Pastore

DI TEATRO DE LOS SENTIDOS
REGIA ENRIQUE VARGAS
DRAMMATURGIA ENRIQUE VARGAS & TEATRO DE LOS SENTIDOS
COORDINAMENTO ARTISTICO GABRIELLA SALVATERRA
DIREZIONE TECNICA GABRIEL HERNANDEZ
LUCI PANCHO GARCIA
PAESAGGIO SONORO STEPHANE LAIDET
MUSICHE PANCHO GARCIA
COSTUMI PATRIZIA MENICHELLI
PAESAGGIO OLFATTIVO GIOVANNA PEZZULLO
SCENE E INSTALLAZIONI GABRIELLA SALVATERRA
ORGANIZZAZIONE CLAUDIO PONZANA
ABITANTI CHIARA BAFFI, PANCHO GARCIA, GABRIEL HERNANDEZ, ARIANNA MARANO, PATRIZIA MENICHELLI, GIOVANNA PEZZULLO, GABRIELLA SALVATERRA, DANIELA COSSU, JOAN GERARD TORREDEFLOT
PRODUZIONE TEATRO DE LOS SENTIDOS

prima nazionale

26 e 27 giugno 2019 ore 19.30 e ore 21.30
28 e 29 giugno 2019 ore 18.00, 20.00 e 21.30
durata 1 ora e 10 min
Napoli
Palazzo Fondi

Ritorna a Napoli la coinvolgente drammaturgia sensoriale del Teatro de los Sentidos di Enrique Vargas, i cui spettacoli sono viaggi, dove attori/abitanti e spettatori/viaggiatori creano insieme il percorso. Per l’edizione 2019 del NTFI, il Teatro de los Sentidos porta a Napoli Reneixer, un lavoro nel quale confluisce una ricerca intorno al mondo simbolico del vino, iniziata nel 1998 e da cui sono nati diversi spettacoli. Ma perché il vino? «La ricerca sul vino — si legge nella scheda artistica — ci ha permesso di utilizzare tutti gli strumenti del linguaggio artistico che abbiamo creato in questi 25 anni, il linguaggio sensoriale. Toccare, annusare, gustare, vedere, udire: tutto mescolato nell’esperienza sinestesica che solo qualcosa di così potente e misterioso può permettere. Dioniso, dio del vino, dell’ebbrezza, ma anche il dio del teatro, è stata l’altra importante linea di ricerca; il rituale, il mistero ancestrale, la festa, insomma tutti elementi che si accompagnano al mondo simbolico del vino. Il concetto di fermentazione/trasformazione, già affrontato nei progetti precedenti, si arricchisce in Reneixer dell’elemento simbolico della rinascita, un percorso di morte-rinascita che ha portato a lavorare sulla possibilità di reinventarsi, sul potenziale e sull’esigenza di cambiamento continuo. L’uva pigiata sparisce: in qualche modo possiamo dire che muore nella sua essenza di frutto, ma si tratta in realtà di una trasformazione che porta a rinascere nel ben più prezioso e misterioso liquido».