DI: JORIS LACOSTE
REGIA: MARTIM PEDROSO
durata: 1h 30m | Paese: Francia, Italia, Portogallo, Spagna | Lingue: francese, italiano, portoghese, spagnolo
Nuovo Teatro Nuovo16-17/06/2009, 21:00

PRODUZIONE: MATERIAIS DIVERSOS. IN COPRODUZIONE CON: ZDB, DEVIR/CAPA, O ESPAÇO DO TEMPO, TEATRO MARIA MATOS.
CON IL SUPPORTO DI: FUNDAÇÃO CALOUSTE GULBENKIAN, ISTITUTO FRANCO-PORTUGUÊS, INSTITUTO CAMÕES, MINISTÉRIO DA CULTURA – DIRECÇÃO GERAL DAS ARTES.

Martim Pedroso, già attore della Compagnia Teatrale Europea nella prima edizione del Festival, cura quest’anno l’allestimento di Purgatório, opera del drammaturgo francese Joris Lacoste. Il testo comincia con una delusione: il vero spettacolo non avrà luogo per un problema imprecisato. Restano elementi scenografici divenuti inutili, luci che illuminano spazi vuoti, attori che si sforzano, malgrado tutto, di mettere in moto un’azione. Lacoste, artista associato presso il Théâtre National de la Colline di Parigi, è autore di testi per il teatro come Diptyque (2002) e per la radio come Ce qui s`appelle crier (2000) e Comment Faire un Bloc (2002).
«Purgatório non è un testo che ha qualcosa da dire: è un testo che propone un’operazione. Il testo non cerca di rappresentare, raccontare, dare significato e neanche di porre un problema: lavora nella possibilità di un accadimento. Purgatório procede per tentativi ed esperienze. Tenta di snodare qualsiasi cosa: ma nella verità finisce per non accadere mai. Si riuniscono le condizioni, ci si allena, si sperimentano movimenti, si richiamano una serie di gesti, di modalità di azioni e di trucchi professionali.
“Succede qualcosa, succederà qualcosa, forse accadrà qualcosa, è successo veramente qualcosa?”. Poco a poco, Purgatório entra in una danza incongruente, comica, attorno a un avvenimento impossibile, fantasmagorico, terribilmente forzato come se quello che deve accadere può accadere solo in modo violento: un’interruzione, un sisma nell’ordine abituale delle relazioni. Nel suo modo un po’ malizioso, Purgatório propone allo spettatore una trappola: la relazione teatrale si stabilisce non come comunicazio- ne, trasmissione, partecipazione e condivisione, ma come “sindrome di Stoccolma”» – Martim Pedroso