Cinque storie di corpi perduti
testi di Antonio Franchini, Wanda Marasco, Valeria Parrella, Silvio Perrella, Manlio Santanelli
con Alessandro Cepollaro, Francesca De Nicolais, Renato De Simone, Ettore Nigro, Lucia Rocco, Bruno Tramice
scene Carmine De Mizio, Michela Petrella, Mario Di Nardo, Dario Pererano, Vincenzo Fiorillo
produzione Tradizione e turismo
Teatro Sannazaro
23 giugno 2018 ore 21.30
24 giugno 2018 ore 22.00
durata 60 min
Il Pentathlon fu definito “moderno” quando il barone De Coubertin volle distinguerlo, tra fine Ottocento e inizio Novecento, da quello dell’antica Grecia. Lo fece riunendo in una sola competizione le cinque discipline che più propriamente sapessero saggiare la resistenza, l’abilità e la forza del soldato ideale. Un uomo necessario alla guerra doveva, infatti, saper cavalcare, sparare dritto, tirare opportunamente di spada, e, perché no, nuotare e correre velocemente. Il corpo, quindi, doveva forgiare una integrità che gli permettesse di fronteggiare adeguatamente i pericoli dell’epoca ben rappresentati dalla guerra. Altre insidie minacciano il corpo dell’uomo moderno: fallimenti familiari, inadeguatezza al tempo, labilità di stile. Le drammaturgie letterarie di Pentathlon moderno raccontano proprio di occasioni mancate, di corpi perduti, di umori sconfitti negli incontri rituali, casuali, ma ineludibili della vita e dello sport. Una descrizione di corpi e caratteri da forgiare come quelli dei soldati nell’Ottocento. Una forgiatura, però, che registra troppo spesso fallimenti.