DI LANIE ROBERTSON
UN PROGETTO DI E CON FIORELLA RUBINO
REGIA ALESSANDRO MAGGI
SCENE E COSTUMI MARTA CRISOLINI MALATESTA
LUCI NINO NAPOLETANO
MUSICHE PIERLUIGI PIETRONIRO
COPRODUZIONE FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, ENFI TEATRO

Progetto finanziato
con PAC Campania 2013-2014

Prima assoluta
Paese Italia
Lingua Italiano

durata: 1h 20m
Luogo Teatro Nuovo
Date
14/06/2014 ore 21:00
15/06/2014 ore 21:30

Appassionato di drammaturgia contemporanea – nell’edizione 2012 aveva portato in scena Igiene dell’assassino di Amélie Nothomb – Alessandro Maggi presenta quest’anno la messinscena di un testo altrettanto avvincente. Si tratta di Peggy Guggenheim – Donna allo specchio, di Lanie Robertson, interpretato da Fiorella Rubino, attrice poliedrica che ha fortemente creduto in questo progetto incentrato su una figura femminile spesso controcorrente e fuori dagli schemi. Figlia di Benjamin Guggenheim – vittima del Titanic – e nipote di Solomon Guggenheim (fondatore del museo di New York) Peggy diviene presto collezionista e amante d’arte contemporanea. Il testo è ambientato a Venezia nella sua abitazione – Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande – durante la metà degli anni ’60.
«Peggy – afferma il regista – ricorda i momenti salienti della sua incredibile vita, dipingendo un bellissimo ritratto di un’Europa a cavallo della seconda guerra mondiale. Entriamo nel mondo di Peggy, un universo che mescola passione per la vita a spietata concretezza nelle relazioni, in un vibrante porsi continuamente in rapporto con il conflitto interno e le contraddizioni di un essere umano teso per indole a entrare nella storia. In una Venezia che odora per tutta la pièce della presenza necessaria degli artisti scoperti, usati e protetti da una grande e, per certi versi, spietata Mecenate dell’arte contemporanea, lo spettacolo è un grido a difesa di uno slancio verso la creazione artistica che ha all’origine risvolti pieni di un’umanità generalmente ignorata. In tal senso, si approda a un racconto che diviene anche visione, cruda, intensa, urgente, evocazione di un mondo la cui esistenza si rivela necessità, contro il fiorire di istanze sempre più lontane dall’alimentarsi di quel tumultuoso godimento cerebro-carnale rappresentato dall’arte. A questo pianoforte di colori che è la vita di Peggy (Mecenate, affarista, moglie, madre, amante, intenditrice per istinto e per vocazione) si addice la mescolanza di presenze altre da sé, come quella della amata figlia Pegeen; ma anche di visioni, di suoni che sono musica: in sintesi è quell’interazione di arti che è la vita».

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