DI BERNARD-MARIE KOLTÈS
TRADUZIONE ANNA BARBERA
CON FEDERICA ROSELLINI, LINO MUSELLA
REGIA ANDREA DE ROSA
PROGETTO SONORO G.U.P. ALCARO
DISEGNO LUCI PASQUALE MARI
ASSISTENTE ALLE LUCI ANDREA TOCCHIO
ASSISTENTE ALLA REGIA THEA DELLAVALLE
ASSISTENZA AI COSTUMI BÀSTE
ORGANIZZAZIONE PAOLO BROGLIO MONTANI
IL COSTUME DI FEDERICA ROSELLINI È DI TIRELLI COSTUMI SPA
PRODUZIONE COMPAGNIA ORSINI
PALAZZO REALE – CORTILE DELLE CARROZZE
6 LUGLIO ORE 21.00; 23.30
DURATA 1H+30MIN
PRIMA ASSOLUTA
«Durante la quarantena – scrive Andrea De Rosa nelle note di regia – ho pensato spesso ai teatri vuoti. Bui, freddi, silenziosi. Era un’immagine che allo stesso tempo mi attraeva e mi spaventava, come quando ero bambino e non riuscivo a farmi capace che la mia casa continuasse a esistere anche quando non c’era più nessuno. Che cos’è una casa quando non c’è più nessuno che la abita? Che cos’è un teatro vuoto? Continua a esistere per chi? Ho immaginato il luogo dove si svolge Nella solitudine dei campi di cotone come un teatro vuoto; ho immaginato il personaggio del “venditore” come un’attrice dimenticata su un palcoscenico e il “cliente” come un uomo che viene da fuori; ho immaginato che la merce intorno alla quale si conduce la misteriosa trattativa tra i due personaggi riguardasse il teatro stesso. Se è vero, infatti, che possiamo vedere davvero uno spazio solo nel momento in cui si svuota, allora questo è un momento privilegiato per chiederci il teatro cos’è. Il testo di Koltès somiglia a un dialogo filosofico intorno ai pericolosi doni che Dioniso regala agli uomini: la droga, l’alcool, il sesso, la rinuncia alle proprie certezze, la perdita di sé. Ma se c’è di mezzo Dioniso, non si sta forse parlando anche del teatro?».