SCRITTURA COLLETTIVA DI/COLLECTIVE WRITINGS BY ZOO THÉÂTRE
REGIA/DIRECTED BY FRANÇOISE BLOCH
CON/WITH JÉRÔME DE FALLOISE, BENOÎT PIRET, AUDE RUYTER, DAMIEN TRAPLETTI
COLLABORAZIONE ARTISTICA/ARTISTIC COLLABORATION BENOIT GILLET
LUCI/LIGHT DESIGN MARC DEFRISE
VIDEO BENOIT GILLET, YAËL STEINMANN
SCENE/SET DESIGN JOHAN DAENEN, JOHANNA DAENEN
COSTUMI/ COSTUME DESIGN PATTY EGGERICKX
PRODUZIONE/PRODUCTION ZOO THÉÂTRE
IN COPRODUZIONE CON/IN CO-PRODUCTION WITH THÉÂTRE NATIONAL/BRUXELLES, THÉÂTRE DE LIÈGE, L’ANCRE-EDEN/ CHARLEROI
CON IL SOSTEGNO DI/WITH THE SUPPORT OF E.S.A.C.T – ECOLE SUPÉRIEURE D’ACTEURS DU CONSERVATOIRE DE LIÈGE, LA CHAUFFERIE-ACTE1, W.B.I. – WALLONIE-BRUXELLES INTERNATIONAL, A.W.E.X. – AGENCE, WALLONNE À L’EXPORTATION, PROVINCE DE LIÈGE ET DE SON SERVICE CULTURE

date/dates 21, 22 giugno/june h 23.00
luogo/venue teatro nuovo
durata/running time 1h 30min
lingua/language francese con sottotitoli in italiano/french with subtitles in italian
paese/country belgio/belgium

Dopo Grow or Go sul mondo delle consulenze e Une société de services sul telemarketing, Françoise Bloch riesce, ancora una volta, ad affrontare con grande teatralità un argomento spinoso come la finanza e le banche.
«Tutto quello che non sapete sul denaro perché nessuno ve lo dirà mai e d’altronde è meglio non saperlo, perché se lo sapeste, sarebbe peggio». Così recita il sottotitolo – che fa volutamente eco al famoso film di Woody Allen – di Money!, l’ultimo lavoro di Zoo Théâtre che ha vinto il Premio della Critica 2014 come miglior spettacolo e come miglior attore a Jerôme de Falloise.
Il punto di partenza è molto semplice: sullo sfondo del dopo crisi del 2008, un uomo entra in banca e chiede dove sono finiti i suoi soldi… Dopo aver studiato i discorsi dei finanzieri e averne analizzato linguaggio e attitudine, i quattro attori in scena moltiplicano i personaggi, smontando tutti i meccanismi del mondo bancario per dar vita a un collage scenico di grande umorismo.
«La conquista del settore economico da parte di quello finanziario è una guerra cominciata più di quarant’anni fa – afferma la regista – e di cui oggi viviamo solo episodi quotidiani frammentari, senza conoscerne l’origine e la storia. Il vocabolario utilizzato per tutto ciò che riguarda la sfera finanziaria è sia astratto e specializzato (quanti di noi sanno che cos’è concretamente un’opzione put, un call, uno swap o una SICAV?), sia assolutamente obsoleto: noi continuiamo a depositare i nostri soldi in banca e abbiamo la vaga idea che le nostre banconote attendano di essere prelevate da uno sportello bancomat; continuiamo a risparmiare per la pensione attraverso un conto pensionistico e non ci sfiora nemmeno l’idea di essere degli investitori e non solo semplici risparmiatori; quando si parla di trading, la televisione ci mostra vendite all’asta di venticinque anni fa; quando si parla della borsa di New York, ci vengono mostrate le sale di Wall Street e non il bunker zeppo di computer situato in qualche posto nel New Jersey… Ecco, è da qui che siamo partiti per costruire Money!».