DA MISS JULIE DI AUGUST STRINDBERG
REGIA LORENZO MONTANINI
ADATTAMENTO J. ED ARAIZA
CON JHON ALEX TORO, TINA MITCHELL, GINA JAIMES ABRIL
MUSICHE ORIGINALI HELEN YEE
COSTUMI ADÁN MARTÍNEZ
PRODUZIONE VUELTAS BRAVAS PRODUCCIONES

DATE 20, 21 GIUGNO (ORE 21.00), 22 GIUGNO (ORE 19.30)
LUOGO GALLERIA TOLEDO
DURATA 1H 20MIN
LINGUA SPAGNOLO E INGLESE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO

Scritto nel 1888, La signorina Julie è sicuramente uno dei testi più noti e scandalosi di Strindberg: la crudità del conflitto tra i sessi e la spietata lotta tra la vecchia aristocrazia e la nascente borghesia sconvolsero la società scandinava dell’epoca. In questo allestimento diretto da Lorenzo Montanini, la Svezia del XIX secolo si trasferisce nell’America Latina dei nostri giorni. Ambientato in Colombia, durante il solstizio d’estate, l’incontro tra la signorina Julia e il servo Juan cambierà per sempre le loro vite. Mentre Juan cerca di emanciparsi dalla propria condizione servile, Julia vuole sfuggire ai legami che la costringono in un’agiata esistenza senza senso. Scrive il regista: «…quanti espedienti macchinati durante la notte appaiono poi vani e crollano, e sfumano alla luce del giorno. Com’altro è il giorno, altro la notte, così forse una cosa siamo noi di giorno, altra la notte: miserabilissima cosa, ahimè, così di notte come di giorno. Così scrive Pirandello nel Fu Mattia Pascal e sembra davvero l’introduzione perfetta a Miss Julia nel cui incontro con Juan durante la notte del 15 agosto, si sciolgono le differenze di classe, di sesso, di età e di potere e un diverso tipo di incontro più umano, più primitivo diventa possibile. Ma la mattina successiva, quando si alza la cortina della notte che obnubila i pensieri e acceca la ragione, Julia si scopre incapace di sopportare le conseguenze delle sue azioni e la società torna prepotente a dettare le sue leggi: la relazione tra i due è impossibile. La storia nella nostra versione si sposta in America, continente nel quale è tuttora molto evidente la sperequazione della ricchezza tra il nord anglofono e il sud ispanofono. Così il personale di servizio della casa parla spagnolo e la figlia del proprietario è invece di lingua inglese. Si aggiunge quindi un’altra disuguaglianza incolmabile tra i due separati anche dall’ostacolo della lingua. Abbiamo allora cercato di tradurre la storia in uno spettacolo di musica e movimento, in cui il dialogo è parte di una composizione più grande, importante ma complementare; certi che il teatro sia l’arte più di tutte in grado di farsi caleidoscopio di immagini e suoni, di musica e parole».