TESTO TENNESSEE WILLIAMS
TRADUZIONE DEL TESTO IN GRECO DIMOS KUVIDIS
REGIA E DRAMMATURGIA ANTONIO LATELLA

CON MARIA KALLIMANI, VAGGELIS ABATZIS, LIDA KOUTSODASKALOU, NIKOS MILIAS
SCENOGRAFIA/COSTUMI CRISTINA CALBARI
ASSISTENTE ALLA SCENOGRAFIA KYRIAKI FORTI
LUCI STELLA KALTSOU
ASSISTENTE AL PROGETTO ARTISTICO, MUSICHE E MOVIMENTI ISACCO VENTURINI
INTERPRETE/SOPRATITOLI VIOLETTA ZEFKI
ELETTRICISTA RESPONSABILE KONSTANTINOS LIANOS BATZAKIS
FONICO RESPONSABILE YORGOS NOMICOS

MONTAGGIO E ALLESTIMENTO SCENE NIKOS DENTAKIS
DIREZIONE E ESECUZIONE DI PRODUZIONE KART PRODUCTIONS
UNA COPRODUZIONE DI TECHNICHOROS E THEATRO TECHNIS DI KAROLOS KOUN

TEATRO NUOVO
17 OTTOBRE 2024 ORE 21.00

Tennessee Williams ha saputo raccontare l’America come nessun altro.  I suoi testi parlano di lui e nel parlare di lui parlano dell’America. É come se un piccolo nucleo familiare racchiudesse tutti i pregi e i difetti dell’America stessa.

Il tema della famiglia come Nazione mi ha sempre affascinato. Tutti i miei lavori, anche se molto differenti tra loro, ruotano sempre attorno ai nuclei famigliari; é come se tutto il teatro, fin dall’esperienza dei grandi classici greci,  non possa fare a meno di incontrare sempre il tema della famiglia, ed è incredibile quanto questo sia presente nei testi di Willliams. La questione della memoria mi sembra fondamentale : cos’è la memoria storica e cosa la memoria individuale, che spesso è solo un ricordo. Ed è dai ricordi di un figlio che prende l’avvio questo testo. Un figlio che torna nel luogo da dov’è partito per poter riattraversare gli ultimi suoi giorni insieme alla famiglia. Cosa sia vero o cosa sia alterato dalla sua memoria  non lo possiamo sapere, e non possiamo  nemmeno sapere se i fatti siano veramente andati come lui li ricorda e come ce li racconta. Ma è questo é il vero mistero di questo grande ed emozionante testo, dove il tema della trasparenza diventa il tema della ricerca. Guardare attraverso il vetro. Guardare attraverso le emozioni dell’anima. Togliere le impurità del vivere e cercare un’ “assoluta” perfezione, anche se sappiamo bene che così non si può vivere, come ne sono consapevoli tutti i protagonisti di questa nostra grande storia. Allora perché ricordare? Perché raccontare la storia della propria famiglia al grande pubblico, perché far diventare una questione privata una questione pubblica? Forse esiste una risposta, ma credo che questa risposta vada cercata nella vita privata di Williams stesso. Un autore che  chiede a tutti noi di allontanarci dal realismo e provare a rivisitare questa storia attraverso gli occhi della mente, andare oltre ciò che si vede per provare a vedere nell’oscurità. Ho voluto, per questo mio primo lavoro in Grecia, avvenuto grazie all’incontro con Maria Kallimani, lavorare con attori molto giovani. Attori che cercano di affermare il loro talento, perché è insito nella stessa vicenda narrata da Williams il fatto che i protagonisti siano tutti alla ricerca di una propria identità da creare, da costruire, da difendere. Una tensione verso l’altro da sè. Il bisogno di essere indipendente. Lavorare con questi giovani talentuosi verso il bisogno di essere e quindi di esistere é per me fondamentale. Come è importante che sia la figura materna ad essere il perno del tutto, nel bene e nel male. Una madre che lotta in tutti i modi per i propri figli ma che vuole ancora essere ricordata come donna da amare, come donna da rispettare, come donna da sedurre. Maria Kallimani è il perno di questa storia, attorno ad essa ruotano i giovani, una metafora bellissima sulla madre America, i cui figli non sanno se servire la patria o scappare via; come del resto fece Williams abbandonando la famiglia,  soprattutto la sorella che non riuscì a salvare dalla loro stessa madre, troppo perbenista per accettare l’indole estroversa dei suoi figli. Questo dolore percorre tutte le opere del grande autore. “C’è sempre una sorella da salvare, da proteggere“. Quella donna del domani, quella donna di un famoso film che prima di arrendersi, fiera del proprio essere donna dice a tutti e a se stessa : “DOMANI É UN‘ALTRO GIORNO”. E allora ci si alza, si ricorda e si ricomincia.

Antonio Latella