TESTO E REGIA/WRITTEN AND DIRECTED BY ROBERT LEPAGE
INTERPRETAZIONE/WITH MARC LABRÈCHE, WELLESLEY ROBERTSON III
SCENOGRAFIA/SET DESIGN CARL FILLION
ACCESSORI/PROPS CLAUDIA GENDREAU
MUSICA E IDEAZIONE SONORA/MUSIC AND SOUND CREATION JEAN-SÉBASTIEN CÔTÉ
LUCI/LIGHT DESIGN BRUNO MATTE
COSTUMI/COSTUME DESIGN FRANÇOIS ST-AUBIN
IMMAGINI/IMAGES LIONEL ARNOULD
PRODUCER MICHEL BERNATCHEZ ASSOCIATE PRODUCTION EUROPE, JAPAN RICHARD CASTELLI –  EPIDEMIC
PRODUZIONE/PRODUCTION EX MACHINA
IN COPRODUZIONE CON THÉÂTRE DU TRIDENT/QUÉBEC, CANADIAN STAGE/TORONTO, THÉÂTRE DU NOUVEAU MONDE/ MONTRÉAL, ADELAIDE FESTIVAL, NEW ZEALAND FESTIVAL, LE GRAND T THÉÂTRE DE LOIRE-ATLANTIQUE, LES QUINCONCES-L’ESPAL SCÈNE CONVENTIONNÉE THÉÂTRES DU MANS, CÉLESTINS THÉÂTRE DE LYON, LE VOLCAN – SCÈNE NATIONALE DU HAVRE, FESTIVAL DE OTOÑO A PRIMAVERA/MADRID, ARTSEMERSON: THE WORLD ON STAGE/ BOSTON, NAC ENGLISH THEATRE WITH LE THÉÂTRE FRANÇAIS DU CNA AND THE MAGNETIC NORTH THEATRE FESTIVAL, LG ARTS CENTER/SEOUL, SETAGAYA PUBLIC THEATRE/ TOKYO, THE BARBICAN/LONDON

date/dates 29 giugno/june h 21.00
30 giugno/june h 19.00
luogo/venue teatro politeama
durata/running time 1h 35min
lingua/language inglese con sottotitoli in italiano/english with subtitles in italian
paese/country canada/canada

È stato a Napoli nel 2010 con Lipsynch e nel 2011 con Le Dragon bleu: quest’anno Robert Lepage torna al Festival con Les Aiguilles et l’opium, uno spettacolo dagli effetti ipnotici, un viaggio nella notte che passa dalle tenebre per arrivare alla luce.
Una notte del 1949, sull’aereo che lo sta riportando in Francia, Jean Cocteau scrive una Lettera agli americani in cui si mescolano fascinazione e disincanto: ha appena scoperto New York, dove ha presentato il suo ultimo lungometraggio. Nello stesso periodo, Miles Davis visita Parigi, portando in valigia il bebop. I jazzofili parigini gli fanno festa e basta una canzone affinché Juliette Gréco gli apra le braccia.
Quarant’anni dopo, all’Hotel de La Louisiane di Parigi, un canadese cerca invano di dimenticare un ex amore. I suoi tormenti sentimentali sembrano trovare una corrispondenza con la dipendenza di Cocteau per l’oppio e quella di Davis per l’eroina.
In uno spettacolo che è sì teatrale ma che contiene elementi di illusionismo, Robert Lepage rivisita Les Aiguilles et l’opium vent’anni dopo la sua creazione: «Terrorizzato dall’idea di confrontarmi con i fantasmi dei miei vecchi ideali, evito quasi sempre di riprendere i miei primi spettacoli. E, dato che sfortunatamente non sono una persona nostalgica, confesso di aver esitato a lungo quando Marc Labrèche mi ha proposto di riprendere Les Aiguilles et l’opium. Creato nel 1991 in seguito a una dolorosa rottura amorosa, Les Aiguilles et l’opium voleva essere una riflessione sulla pulsione e il dolore che spingono certi artisti alla creazione, tessendo dei parallelismi tra la dipendenza amorosa e quella agli oppiacei. Mi sono quindi imposto il duro lavoro di visionare vecchie registrazioni VHS per scoprire che, anche se la scrittura scenica era invecchiata, lo scopo sembrava non aver perso nulla della sua efficacia. Scritto molto prima di Internet, dei social media e dell’11 settembre, le riflessioni esistenziali del protagonista sono oggi più universali che mai e gli estratti della Lettera agli americani di Jean Cocteau ci appaiono oggi quasi profetici».