UNA RE-VISIONE NECESSARIA
DRAMMATURGIA E REGIA MARCELA SERLI
DA LE TROIANE DI EURIPIDE
CON EVA ROBIN’S, NOEMI BRESCIANI, ANA FACCHINI, IRA FRONTEN, LUCE SANTAMBROGIO, MARCELA SERLI, CATERINA BONETTI
EMBODIMENT NOEMI BRESCIANI
ASSISTENTE ALLA DRAMMATURGIA GIULIA TRIVERO
COSTUMI A CURA DELLƏ DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI – SANTA SANTA GIULIA DI BRESCIA ANTONIO SPADA, SIMONA VENKOVA
TESTIMONƏ FEMMINISTƏ SERGIA ADAMO, LUCE SANTAMBROGIO, SILVIA TORRI
CONSULENTE GRECISTA MARCELLA FARIOLI
TRA LE MUSICHE “ACQUA”, “CORDASASSO”, “SUONI E RUMORI” DI EVA DE ADAMO, “TROIANE ROSEMARY” DI DUPERDU
VOCE PAOLO FAGIOLO
CURA TECNICA MICHELE PEGAN
PRODUZIONE FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – TEATRO NAZIONALE DI GENOVA – TEATRO NAZIONALE DI NOVA GORICA (SLOVENIA), FATTORIA VITTADINI
IN COLLABORAZIONE CON OLINDA, FONDAZIONE LUZZATI – TEATRO DELLA TOSSE ONLUS-, COMPAGNIA TEATRALE ATOPOS, CENTRO DI STUDI DI GENERE DELL’UNIVERSITÀ DI TRIESTE, ARTISTI ASSOCIATI DI GORIZIA
RINGRAZIAMO MARIA SPAZZI, GIADA MASI, DANIEL MALALAN, VALENTINA REPINI E IL TEATRO STABILE SLOVENO DI TRIESTE

 

CAPODIMONTE – CORTILE DELLA REGGIA
1, 2 LUGLIO ORE 21.00
DURATA 1H+15MIN
DEBUTTO ASSOLUTO

 

«… Per una persona migrante o trans, il successo di un viaggio 
dipende dalla generosità con la quale gli altri vi accolgono e vi sostengono, 
senza pensare costantemente “ecco uno straniero”, 
ma vedendo la vostra singolarità di corpo vulnerabile 
e alla ricerca di un altro luogo dove la vita potrebbe radicarsi. » Paul B. Preciado 
Quando abbiamo deciso di fare uno spettacolo su Le Troiane non sapevamo che il mondo che conoscevamo sarebbe diventato altro. Avevamo pronto un discorso femminista sulla narrazione stereotipata delle donne nelle tragedie. Poi la guerra è arrivata qui vicino e, a quel punto, mettere in scena Le Troiane è diventato un doppio atto di coraggio: parlare di guerra ora e farlo con attrici i cui corpi politici sfuggono alle norme e ai canoni della società occidentale.
Le Troiane, la Guerra e i Maschi sarà un tentativo tragicomico, quasi maldestro, per riflettere sul potere e sull’oppressione patriarcale. 
Le Troiane sono in attesa in un non luogo (atopos). Donne, oggetti tra i detriti lasciati dalla guerra dei maschi. 
Questo gruppo di persone, Atopos, con la propria diversità, i propri corpi, la propria ilare fragilità, darà voce alle straniere cacciate, le donne escluse, le streghe, le troie.

 

Il contesto
Siamo alla fine di una guerra, nella tragedia del contare i morti, dell’assistere agli ultimi attimi della disumanizzazione.
Da una parte ci sono il combattente, l’uomo guerriero, il messaggero compassionevole. Dall’altra la vecchia triste, la pazza, la moglie obbediente, la donna seduttiva. Infine gli dei e il loro gioco.
Mentre la città brucia, le donne troiane, di fronte al mare, aspettano di conoscere il proprio destino: alcune diventeranno schiave degli eroi greci, le altre verranno tirate a sorte.

 

Personagge stereotipate
Atena, la mente, la stratega ma anche la guerriera, la virago, la volubile.
Ecuba, la madre, la regina ma anche la vecchia, la donna finita, “inutilizzabile”.
Cassandra, la profetessa, la sacerdotessa, eppure la pazza, la strega.
Andromaca, la moglie di, la madre di, la donna di casa, l’ubbidiente.
Elena, la bellezza, l’amore ma soprattutto il capro espiatorio, la puttana.
Il coro, che parla allo spettatore in modo così diretto da fargli temere il proprio coinvolgimento.

 

Il femminile e il maschile
Come dice Monique Wittig, le donne sono il genere perché purtroppo gli uomini sono il generale. Nonostante ciò, la società patriarcale oggi ha come prime vittime gli uomini.
Noi sappiamo che le vittime evidenti sono le donne e le persone che esprimono il femminile (donne, uomini, trans o transgender) ma i primi a subire la costrizione in un ruolo in questa società sono proprio gli uomini. L’uomo, costretto a perseguire un modello di onnipotenza, costruisce un falso da sé, un archetipo, un leader falsato. Nell’apertura al femminile che è propria di ogni essere umano, invece, si sviluppa la capacità di accogliere e comprendere il diverso, che è colui che nasce da sé ma che è Altro. Le Troiane, la guerra e i maschi farà un’ipotesi. Si chiederà quale direzione avrebbero potuto prendere queste donne se solo avessero avuto una possibilità. E poi, quale avrebbero potuto prendere gli uomini se avessero avuto gli occhi per guardare e accogliere in sé l’alterità.

 

Autori e autrici di riferimento
Euripide, Jean Paul Sartre, il filosofo trans Paul B. Preciado, Judith Butler, Adrienne Rich, Virginia Woolf, Byung-Chul Han, saranno ispiratori e ispiratrici di alcuni dei concetti che muovono il nostro Troiane.
“Il cuore del mondo occidentale è rotto. Secoli di espulsioni, epurazioni e stermini delle minoranze ebree e musulmane, delle minoranze sessuali, somatiche, operaie. Secoli di umiliazione e saccheggio, di espropriazioni e oltraggi hanno distrutto il cuore dell’occidente. Ma abbiamo deciso di continuare a pavoneggiarci e vantarci dei nostri successi. Il desiderio di consumo, la paura, la frustrazione e l’odio sono i sentimenti che guidano chi governa le popolazioni del nostro amato occidente. Da dove viene la nostra frustrazione? Dalla nostra avidità? Cosa odiamo quando odiamo “l’altro”, se non una nostra invenzione? Il nostro inconscio è malato di capitale, malato di sfruttamento razziale e sessuale. Malato d’identità.
La storia è in frantumi: l’identità nazionale, l’ordine sociale, la sicurezza, la famiglia eterosessuale e la frontiera costituiscono la realtà che l’Europa sta costruendo. Non succede da un’altra parte, non arriva da lontano, non riguarda gli altri. È quello che facciamo qui, ora, dentro le frontiere, riguarda noi.
La storia è stata distrutta e il terrore è tornato in superficie. Attorno a noi ci sono le condizioni istituzionali che permettono l’affermazione di quella che potremmo chiamare democrazia repressiva o fascismo democratico.”
Le parole di Preciado sono anche nostre.

Marcela Serli

GALLERIA FOTOGRAFICA

ph Salvatore Pastore – ag Cubo