di Jean Genet
traduzione Giorgio Caproni
con Gea Martire, Teresa Saponangelo e con Iole Caròla
musiche dal vivo Luca Urciuolo
drammaturgia e regia Antonio Capuano
Assistente alla regia
 Marcella Aquilar
scenografie Antonella Di Martino
costumi Francesca Balzano

Organizzazione generale e distribuzione Lia Zinno
La licenza a La Pirandelliana s.r.l. di rappresentare l’opera LE SERVE di Jean Genet è concessa da Rosica Colin Limited, London, in collaborazione con Zachar International, Milano.

Teatro Sannazaro
29, 30 giugno 2017
ore 19.00
durata 1h e 20min

Le serve (Les bonnes) è un atto unico di Jean Genet scritto nel 1946. Una commedia tragica e violenta, liberamente ispirata ad un fatto di cronaca realmente accaduto nel febbraio del 1933 a Le Mans, in Francia. Claire e Solange sono due sorelle, cameriere modello, al servizio di una ricca signora. Ogni volta che quest’ultima esce di casa, le due donne si scambiano la parte fra loro, recitando a turno il ruolo della padrona e della serva; chi interpreta la serva non mette in scena se stessa, ma l’altra sorella. La farsa quotidiana celebra e alimenta l’ambivalenza affettiva nei confronti di Madame: amata e odiata, ammirata e invidiata nello stesso tempo. Le sorelle indossano i gioielli più preziosi di Madame, i suoi vestiti più belli, ne imitano la voce e gli atteggiamenti che ogni giorno sono costrette a contemplare (e sognare) con invidia, in silenzio. In questa quotidiana, delirante performance mostrano la loro femminilità cattiva, erotica, malata. Attraverso il gioco delle parti, sfogano tutto il loro rancore fino a vendicarsi di Madame…

«Io credo che leggere significhi ascoltare il testo, mettersi a disposizione – spiega il regista Antonio Capuano –. Chiedere a lui, ai personaggi che lo abitano, “che posso fare, io, per voi?”. E le cose che mi pare di aver percepito sono: liberare le donne dalle pesantezze nelle quali, penso, quasi affoghino».

Le Serve di Genet è per Antonio Capuano l’opportunità di una rilettura. Di ritornare su uno dei testi «ideali, se credi di lavorare con delle “attrici”».