pièce teatrale di avant-garde comique
di Antonella Stefanucci e Domenico Ciruzzi
con Antonella Stefanucci
con la partecipazione di Alessandra Borgia
Assistenti alla regia Eva Sabelli, Giulio Nocera Tecnico audio-video
Disegno luci Daniele Passeri
Costumi Annalisa Ciaramella
Realizzazione scena Tecnoscena S.N.C.
Si ringrazia per la collaborazione: Tony Stefanucci, Peppe Morra, Stefano Sabelli
produzione Compagnia del Loto – Libero Opificio Teatrale Occidentale

Museo Hermann Nitsch
1, 2, 3 luglio 2017
ore 19.00, 20.00, 21.00, 22.00
durata 20min

Antonella Stefanucci – strizzando l’occhio alla “scultura vivente” di Gilbert & George, alle “donne-statua” di Vanessa Beecroft e più in generale alle performance di Marina Abramovic – propone un’ironica riflessione sul ruolo dell’arte nella società contemporanea. In una bacheca di plexiglass vive Virus, un’artista incompresa che filma se stessa con un telefonino: «È la storia di un artista visivo con le sue problematiche e le sue divagazioni. È la rottura dell’arte intesa come santuario, come oggetto intoccabile e spesso indecifrabile. È il quotidiano dell’arte».

Mantenendo la capacità di sorprendere con cambi di registro e salti imprevedibili, Antonella Stefanucci (che nel suo percorso artistico al teatro ha associato varie incursioni televisive) negli ultimi anni ha collaborato con Francesco Saponaro al laboratorio Occhi gettati (tratto dai testi di Enzo Moscato). Per il Teatro Stabile nazionale di Napoli ha recitato in In memoria di una signora amicaDalla parte di Zeno di Valeria Parrella.

«Questo spettacolo è una tappa importante del mio percorso – spiega la Stefanucci -, perché rappresenta dopo anni di carriera una riflessione (non soltanto professionale) su dove l’artista e l’opera diventano una cosa sola».

Antonella Stefanucci dirige un laboratorio teatrale sull’integrazione delle lingue presso il centro interculturale Officine gomitoli.