DI RUGGERO CAPPUCCIO
REGIA E ADATTAMENTO CESAR BRIE
CON ELIO DE CAPITANI, CRISTINA CRIPPA, SILVIA FERRETTI, UMBERTO TERRUSO
MUSICHE ESEGUITE DAL VIVO DA FRANCESCA BRESCHI
LUCI E SCENA NANDO FRIGERIO
SUONO EMANUELE MARTINA
VIDEO UMBERTO TERRUSO
COSTUMI ALESSIA LATTANZIO
ASSISTENTE ALLA REGIA ALESSANDRO FRIGERIO
PRODUZIONE TEATRO DELL’ELFO E FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL
TEATRO MERCADANTE
21 SETTEMBRE 2024 ORE 21.00
22 SETTEMBRE 2024 ORE 19.00
DURATA 95 MINUTI
Quest’uomo l’ho voluto perché era tutti gli uomini, anche quelli che lo odiano;
quest’uomo l’ho amato perché il suo corpo era la terra,
era l’albero, era la tenerezza della giustizia.
Un volo incrociato di voci che raccontano la storia di uno dei più popolari poeti del mondo, fra la leggenda dell’amore e la crudezza della Storia. Un volo incrociato di artisti, che si sono inseguiti per tanti anni cercando un tempo e un’occasione per ritrovarsi sul palco in una creazione comune.
Questi artisti ‘in cerca’ sono César Brie, Cristina Crippa ed Elio De Capitani, amici fraterni da cinquant’anni, dalle prime esperienze degli anni Settanta nei centri sociali milanesi. Da allora sono seguite separazioni e nuovi incontri, secondo le tante odissee d’esule di César Brie e il suo peregrinare nel mondo – nei dieci anni di tour internazionali con l’Odin Teatret e nei venti al Teatro del Los Andes da lui fondato – un peregrinare nel quale rimaneva sempre fermo il legame con l’Italia e con il Teatro dell’Elfo. Quest’anno finalmente si è realizzata l’occasione: grazie alla passione comune per la storia narrata e per il romanzo di Ruggero Cappuccio, La prima luce di Neruda, che con maestria sa (arri)creare il mondo attraverso una scrittura sinestetica, capace di farsi immediatamente teatro nei corpi degli attori.
César Brie è il mediatore perfetto tra due mondi: Europa e Sud America. È l’artista migrante, maestro d’una forma teatrale che insegna al di qua e al di là dell’oceano, costruendo relazioni con un’infinità di allievi; è l’artista che realizza le sue creazioni in tanti teatri lontani, attraversando più volte in un anno l’atlantico, ravvivando legami in tanti paesi diversi. Per Brie, Neruda è patria e idioma, stesso ‘amato-odiato’ rapporto con le radici e gli esìli, che lo hanno visto troppe volte costretto in fuga come il poeta.
César Brie ha coinvolto due attori che appartengono alla sua storia, Silvia Ferretti e Umberto Terruso. Cristina ed Elio hanno coinvolto Francesca Breschi, attrice e cantante dalla straordinaria vocalità, compagna d’arte per anni di Giovanna Marini nel suo Quartetto vocale e compagna degli Elfi nei Turcs tal Friul, nell’Orestiade di Pasolini e in Medea di Heiner Müller.
Napoli, 1952. Pablo Neruda è svegliato da un insistente bussare alla porta. Al poeta viene notificato un decreto di espulsione dall’Italia firmato dal ministro Scelba. Sarà accompagnato a Roma per essere estradato in Svizzera. Nella stazione della capitale è atteso da una folla nella quale si riconoscono i volti di Alberto Moravia, Elsa Morante, Renato Guttuso e Carlo Levi. Intimano alla polizia di lasciarlo in libertà. In mezzo a quella folla una donna, Matilde Urrùtia, osserva e attende che si liberi anche il suo amore per Pablo. La scena si sposta a Capri nella villa di Edwin Cerio, dove i due amanti danno profondità e splendore a una passione segreta, sconvolgente e imprevedibile. Vent’anni dopo in Cile, durante il golpe di Pinochet, altri militari bussano alla porta di Neruda e Matilde per minacciarne la libertà.Due stagioni della vita di Pablo Neruda: la stagione dell’amore, delle speranze, di un mondo che si trasforma, e la stagione del buio, della violenza, della morte.
Il romanzo di Ruggero Cappuccio – adattato per la scena da César Brie – si insinua nella fisicità e nel mistero dei suoi personaggi per rovesciarne come un guanto la grazia e infiammarne la vitalissima esemplarità della memoria.
Un volo incrociato di voci che raccontano la storia di uno dei più popolari poeti del mondo, fra la leggenda dell’amore e la crudezza della Storia, per un volo incrociato d’artisti.