un percorso di ricerca e creazione a partire dai rifiuti, gli scarti, il rimosso di una collettività # 1 Napoli 2018 | 2019

ph Ivan Nocera – Cubo Creativity Design

IDEAZIONE, DRAMMATURGIA E REGIA DAVIDE IODICE
VERSI DAMIANO ROSSI
TRAINING E STUDI SUL MOVIMENTO FABRIZIO VARRIALE
SPAZIO SCENICO E MASCHERE TIZIANO FARIO
COSTRUZIONI SCENOTECNICHE LUCIANO DI ROSA
COSTUMI DANIELA SALERNITANO
ASSISTENTE AI COSTUMI ILARIA BARBATO
LUCE E SUONO ANTONIO MINICHINI
ALLESTIMENTO MATTIA DI MAURO
CON FRANCESCA ROMANA BERGAMO, ALICE CONTI, FABIO FALIERO, BIAGIO MUSELLA, ANNAMARIA PALOMBA, DAMIANO ROSSI, ILARIA SCARANO, FABRIZIO VARRIALE
DIRETTORE DI PRODUZIONE HILENIA DE FALCO
ASSISTENTE DI PRODUZIONE EMANUELE SACCHETTI
PRODUZIONE TEATRI ASSOCIATI DI NAPOLI
PRODUZIONE ESECUTIVA INTERNO5
IN COLLABORAZIONE CON SCUOLA ELEMENTARE DEL TEATRO|EX ASILO FILANGIERI E CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA NAPOLI
SI RINGRAZIA ALESSANDRA ATTENA, ROSA DI SARNO E NINETYNINE SRL COORDINATORE DEL PROGETTO DI VALORIZZAZIONE TEMPORANEA DEDICATO A PALAZZO FONDI A CURA DELL’AGENZIA DEL DEMANIO
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE VA A TUTTE LE PERSONE CHE, CONSEGNANDOCI I PROPRI OGGETTI, CI HANNO RESO PARTECIPI DI UNA PARTE DELLA PROPRIA VITA

prima assoluta

12 luglio 2019 ore 18.00 e ore 21.00
13 luglio 2019 ore 18.00 e ore 21.00
14 luglio 2019 ore 18.00 e ore 21.00
durata 1 ora e 15 min
Napoli
Palazzo Fondi

Avviato nell’edizione 2018 del Napoli Teatro Festival Italia, con un laboratorio intensivo presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, prosegue e si compie in forma scenica il nuovo processo di indagine antropologica, sociologica e poetica ideato e diretto da Davide Iodice. La Luna pone come centro di riflessione lo scarto, il rifiuto, nella sua accezione simbolica, affettiva e emotiva: ciò di cui ci si vuole o ci si deve liberare, o che si è “messo da parte”. L’ambito della ricerca espressiva è quindi la Pòlis, la comunità cittadina, chiamata ad essere “drammaturga” del processo creativo.
I cittadini sono invitati a portare i loro rifiuti in un luogo, che si configurerà mano a mano come un vero e proprio “magazzino d’umanità”, dove gli oggetti raccolti ritrovano una dimensione emblematica e testimoniale. Le narrazioni che accompagnano questi reperti autobiografici  verranno filmate, e costituiranno via via la base di una scrittura scenica polifonica. Parallelamente verrà condotta una “raccolta porta a porta”, sollecitando individualità ed esperienze variamente rappresentative della città. Si compie così un atto psicoanalitico collettivo, trasformato espressivamente dagli attori/performers, qui chiamati a contaminarsi con l’immondo psicologico di una comunità per ricavarne un’idea di mondo, di società, un senso perduto, identitario, pubblico, se non già quel senno che Astolfo cerca sulla Luna dove “ciò che si perde qui, là si raguna”.