Ph Ivan Nocera per Cubo Creativity Design
Eugenio Garin, nel ribadire l’importanza del pensiero di Bertrando Spaventa, avvertiva i giovani accorsi numerosi ad ascoltarlo a Palazzo Serra di Cassano, che «in Italia il vero grande pericolo è la rinunzia allo spirito libero, critico – alla filosofia che riconosce solo l’autorità della ragione». E che «in ogni tempo, sotto ogni regime, l’avversione alla filosofia, la lotta contro la filosofia, è sinonimo di lotta contro la libertà, di tirannide dei singoli o delle moltitudini». Senza filosofia, infatti, non ci può essere autocoscienza e quindi libertà; illuminante il passo di Bertrando Spaventa: «Il detto socratico: conosci te stesso, che generò tanto rivolgimento negli ordini ideali della scienza, vale non solo nella formazione morale degli individui, ma specialmente in quella delle nazioni. Un popolo che ha confuso o smarrito la coscienza di sé medesimo, è in peggiore stato dello schiavo di cui parla Omero; egli ha perduto non solo la metà dello spirito, ma tutto lo spirito; egli è un corpo senz’anima».
Con la loro straordinaria capacità interpretativa, Enzo Salomone e Renato Carpentieri ci condurranno nella lettura di questa vetta fondamentale del pensiero filosofico e politico moderno; le tre Prolusioni (Modena, Bologna e Napoli) di Bertrando Spaventa costituiscono le tappe di un unico percorso filosofico e rappresentano il punto più alto – Gerardo Marotta ne era profondamente convinto – dell’autocoscienza della cultura occidentale; esse esprimono la consapevolezza che la storia è sempre storia della libertà, che «il pensiero è l’anima dell’universo, è la parte più intima della vita delle nazioni».
Bertrando Spaventa con le Prolusioni ci mette nelle condizioni di comprendere che cosa fummo, che cosa siamo e che cosa dovremmo essere nel movimento della filosofia moderna, ovvero non membri isolati e scissi dalla vita universale dei popoli, ma nazione libera ed eguale nella comunità delle nazioni. E una tale altezza di autocoscienza impone con forza l’esigenza di elaborare una nuova forma giuridica liberatrice al posto della vecchia, la necessità di edificare un nuovo Stato, come successivamente ha ribadito Benedetto Croce, che di Bertrando Spaventa era il nipote, nella Storia d’Europa nel secolo decimonono: la nascita di una nuova coscienza afferma una nuova nazionalità. Infatti, ribadisce Croce, le nazioni non sono qualcosa di naturale, ma stati di coscienza e prodotti storici. E come durante il Risorgimento un napoletano o un piemontese «si fecero italiani non rinnegando l’esser loro anteriore ma innalzandolo e risolvendolo in quel nuovo essere», così i popoli delle singole nazionalità «si innalzeranno a europei e i loro pensieri indirizzeranno all’Europa e i loro cuori batteranno per lei come prima per le patrie più piccole, non dimenticate già, ma meglio amate». Il processo che conduce agli Stati Uniti d’Europa elimina la competizione dei nazionalismi e «sta contro di essi e un giorno potrà liberarne affatto l’Europa, tende a liberarla in pari tempo da tutta la psicologia che ai nazionalismi si congiunge e li sostiene e ingenera modi, abiti e azioni affini».
Massimiliano Marotta