Ph Ivan Nocera per Cubo Creativity Design
racconto teatrale di Jean-Claude Carrière
dal Poema di Farid Uddin Attar Mantic Uttair
regia di Anna Redi
con
(in ordine alfabetico)
Amiar Souphiene, Elena Baroglio,Roberto Caccioppoli, Francesca Luce Cardinale, Andrea Caschetto,Tommaso De Santis, Manuela Fiscarelli, Carolina Patino, Valeria Sacchi
design teatrale Raffaele Di Florio
costumi di Simona Marra
con la partecipazione del Coro di Voci Bianche della scuola Eccher diretto da Chiara Biondani
trainer vocale Elena Baroglio
consulenza musicale Piero Grassini
organizzazione Linda Martinelli
produzione Associazione Chiaradanza
in collaborazione con
Scuola di musica C. Eccher Società Cooperativa
Scuola Musicale G.Gallo
Servizi Culturali Val di Non e di Sole
Associazione culturale LeArTi
con il contributo di Fondazione Caritro
Special thanks: Nuovo Cinema Palazzo, Biblioteca condominiale di Roma, Korper di Gennaro Cimminio.
Sala Assoli
7 luglio 2018 ore 19.00
8 luglio 2018 ore 21.00
durata 1 ora e 15 min
Cercavo da anni le condizioni per poter mettere in scena questo testo e la creazione di questo gruppo teatrale di non soli napoletani ma anche con performer algerini, cileni e di altri luoghi a me non familiari me lo ha reso possibile.
Come immettersi insieme in un materiale che mentre parla al pubblico parli anche a noi stessi?
Si narra che Attar, commerciante di profumi, scrisse La Conferenza degli uccelli nel XII secolo in Persia, dopo aver subito uno shock alla vista della morte di un mendicante a cui aveva rifiutato l’elemosina. Da quel momento il suo cuore si aprì alla vita spirituale.
La storia, già nota nella letteratura islamica, narra di un gruppo di uccelli che viaggiano alla ricerca del loro vero re. E’ un viaggio iniziatico pieno di ostacoli e trappole per ritrovare se stessi.
Jean Claude Carriere ne ha scritto una riduzione teatrale dove la semplicità è veicolo di profondità.
L’ Upupa, l’uccello-guida parla agli spettatori come fossero partecipi del viaggio.
Ognuno degli attori danzatori interpreta più personaggi col minimo di aiuto scenico o di costumi, alla ricerca di una esattezza e agilità attorale per passare da derviscio a principessa, da principessa ad uccello.
Come la narrazione passa da un livello più denso, con caratterizzazioni degli uccelli che incarnano i tipi umani, ad un livello più sottile in cui i sopravvissuti al viaggio si avvicinano alla propria essenza, così anche la recitazione andrà progressivamente perdendo di artifici esteriori per avvicinarsi al nucleo: l’essere umano che si pone di fronte a se stesso.