violenta la forza del morso che la ammutoliva

CON ANNA BRAGAGNOLO, MORENO CALLEGARI, MARCO CROSATO, PAOLA DALLAN, MARCO MENEGONI, GAYANÉE MOVSISYAN, ALESSANDRO NARDO, VIVIANA CALLEGARI, MONICA TONIETTO
E CON HANNES PERKMANN, BENNO STEINEGGER
DRAMMATURGIA SIMONE DERAI, PATRIZIA VERCESI
REGIA SIMONE DERAI
COSTUMI SERENA BUSSOLARO, SILVIA BRAGAGNOLO, SIMONE DERAI
MUSICHE ORIGINALI MAURO MARTINUZ, PAOLA DALLAN, MARCO MENEGONI, SIMONE DERAI, GAYANÉE MOVSISYAN, MONICA TONIETTO
VIDEO SIMONE DERAI, MARCO MENEGONI, MORENO CALLEGARI
PRODUZIONE ANAGOOR 2012
IN COPRODUZIONE CON TRENTO FILM FESTIVAL, PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, CENTRALE FIES, OPERAESTATE FESTIVAL VENETO

DATE 25 GIUGNO (ORE 21.00)
LUOGO CASTEL SANT’ELMO – AUDITORIUM
DURATA 1H 30MIN
LINGUA ITALIANO  E TEDESCO (SOTTOTITOLATO)

«A chi dubita che il teatro italiano stia vivendo una fase di straordinaria vitalità creativa, a chi ancora non crede che sia in atto un decisivo ricambio generazionale – che è anche uno spostamento di prospettive, di canoni estetici – suggerirei di vedere il bellissimo Lingua imperii degli Anagoor: un esemplare concentrato delle modalità espressive che si usano oggi – nessuna trama da rappresentare, nessun personaggio da interpretare, ma una pura composizione di frammenti verbali, visivi, sonori – coniugato con una profondità di pensiero che colloca il gruppo ai vertici della nuova scena nazionale». Con queste parole Renato Palazzi descrive questo spettacolo di Anagoor che finalmente arriva a Napoli. Ma di cosa tratta Lingua Imperii? Tre sono i temi principali: il rapporto tra lingua e potere, la caccia e la tragedia della Shoah. Caucaso 1942: due ufficiali dell’esercito nazista, un SS e un linguista prestato alle insegne del Terzo Reich, discettano di razze e della possibilità di isolare “scientificamente” i ceppi di ascendenza ebraica da avviare allo sterminio. I loro dialoghi, in video, tratti da Le Benevole di Jonathan Littell, sono l’ancora di uno spettacolo che procede per accumulo di frammenti, evocazioni verbali, sonore e visive di inconsueta intensità e bellezza, non solo formale, ispirate al mito dell’innocenza violata per tutti gli esseri senzienti. Lingua imperii è l’inveramento di quel progetto di politica teatrale da cui la compagnia di Castelfranco Veneto è partita quindici anni fa. Il tema della Shoa si intreccia con quello più vasto della caccia, una mattanza che storicamente non conosce frontiere né battute d’arresto, dal sacrificio di Ifigenia, al genocidio armeno, al massacro di Srebrenica. In scena nove attori-testimoni cantano l’indicibile attraverso un uso della voce che a tratti si amplifica in vento, tempesta solare in grado di oscurare per un lungo istante il cielo e l’orizzonte della spettatore.