DI: ISSA MAKHLOUF, NIDAL AL ACHKAR
REGIA: NIDAL AL ACHKAR
durata: 2h | Paese: Libano | Lingue: arabo (con sottotitoli in italiano)
Auditorium Domenico Scarlatti della RAI di Napoli – 18/06/2009, 20:00 – 19/06/2009, 22:30
PRODUZIONE: AL MADINA THEATRE.
In front of the Embassy gate, the night was long è uno spettacolo in quadri, che mescola sogni e quotidianità di un gruppo di giovanissimi libanesi che, come molti altri loro coetanei, hanno deciso di abbandonare il Paese. Nell’allestimento – prodotto da Al Madina Theatre e diretto dalla regista Nidal Al Ackhar, anche direttrice dell’associazione che si è distinta a Beirut come piattaforma di riferimento nazionale e internazionale per arte, teatro e letteratura – si intrecciano diverse prospettive sull’emigrazione, ognuna a rappre- sentare un frammento della varietà etnica e sociale libanese.
«Negli ultimi decenni, con lo sviluppo dei mezzi di trasporto e di comunicazione, l’immigrazione è diventata un fenomeno globale ed ha assunto nuovi significati. In Libano, in particolare, dal XIX secolo ad oggi, è una questione che ha segnato la storia del paese. L’immigrazione dei giovani libanesi è un’idea che mi ossessiona da tempo e aspettavo l’occasione giusta per farne il soggetto di uno spettacolo. Quando i miei figli Omar e Khaled stavano terminando gli studi universitari, con i loro compagni c’era un grande dibattito di carattere sociale e politico. Poi, da un giorno all’altro, sono tutti partiti per il Canada, o l’Europa, o per il Nordamerica o per altri paesi del Golfo. Mi è venuta una gran tristezza. Soffrivo per la perdita di tutte queste potenzialità creative, che andavano lontano migliaia di chilometri dal loro paese d’origine. Ho proposto l’idea a Issa Mahklouf, un amico scrittore e poeta, e lui mi ha risposto: “Perchè non scriviamo insieme il testo?”, così è cominciata l’avventura di questo spettacolo. Abbiamo confrontato le nostre idee, fra momenti divertenti e altri di grande tristezza. Abbiamo scritto, composto canzoni e scene, riscritto, distruggendo la nostra opera per poi ricominciare a crearla. Ho cercato di rendere le scene simili al sogno dell’immigrazione e a quello che evoca nell’immaginazione dei “candidati alla partenza”. Ho voluto creare uno spettacolo carico di vita, che fosse una festa per gli occhi e per le orecchie, pieno di leggerezza. Si doveva respirare la nostalgia delle vecchie canzoni libanesi che cantava mia madre o qualche vecchio abitante del villaggio, ma mescolata al rap, una musica che in molti posti del mondo incarna le ossessioni dei giovani e i loro sentimenti. C’è anche una particolare attenzione per le relazioni fra i diversi linguaggi artistici, attraverso uno stile in cui si fondono canto, parola e musica. Per allestire questo testo, poi, ho voluto scommettere sulla nuova generazione: ho incontrato più di un cen- tinaio di giovani, fra cui abbiamo scelto i dodici protagonisti dello spettacolo. Devo ammettere che, durante il lavoro di regia, mi sono sentita come quando avevo diciotto anni» – Nidal Al Ackhar.