Ph Salvatore Pastore
Viaggio nel popolo delle montagne
Produzione Ura Teatro
Un progetto di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno
In collaborazione con UIKI onlus rete – Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
e GUS – Gruppo Umana Solidarietà “G.Puletti” onlus
Con Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno
Ideazione scene Denise Carnini
Realizzazione scene Cosimo Scorrano
Disegno luci e tecnica Angelo Piccinni
Consulenza storica e culturale Giovanni Giacopuzzi
Organizzazione e cura del progetto Giovanna Sasso
Con il sostegno di Festival Collinarea, Associazione Olinda Onlus
e Residenza artistica Teatro Comunale di Novoli –Factory Compagnia Transadriatica e Principio Attivo Teatro
Galleria Toledo
27, 28 giugno 2018 ore 19.00
durata 1 ora e 10 min
Abbiamo incontrato il “paese che non c’è”.
Abbiamo incontrato un popolo, quello curdo, che ha ricominciato a sognare. Sogna di poter essere popolo, senza diventare stato.
Di poter vivere in una terra di pace.
Dove la diversità delle religioni, delle etnie, non provochi massacri. Dove la gente possa decidere del proprio destino, autogovernandosi. Dove le donne possano uscire dalle proprie case,
scoprendo finalmente il volto e prendendo la parola.
Abbiamo sentito quella loro storia come una storia che parla a noi. È possibile un altro respiro? Un altro sentimento del vivere?
Della lotta, della battaglia, dell’amore, dell’incontro con il mondo?
Abbiamo infine seguito le storie di quel popolo da noi, in Italia.
Quando gli uomini di quel popolo, su un barcone o via terra, in fuga dalle guerre,
dalle prigioni, dalle persecuzioni politiche, arrivano sulle nostre coste e nelle nostre città. Qual è il nostro sguardo? Cosa significa per noi la loro presenza?
IL PAESE CHE NON C’È è storia mitica di un popolo, della resistenza sulle montagne e in mezzo ai deserti.
E’ testimonianza della battaglia che ovunque lo ha visto in prima fila contro la ferocia delle
milizie fondamentaliste e del fascismo islamico.
E’ cronaca pulsante, presente, che irrompe sulla scena con le sue notizie, con l’insopprimibile urgenza di essere raccontata.
Perché c’è bisogno di reagire, anche qui, anche da noi.
IL PAESE CHE NON C’È vuole fare, del presente, uno straordinario territorio di racconto e di azione teatrale.