morte di un matto

CON ORAZIO CERINO
TESTO E REGIA MIRKO DI MARTINO
SCENE DI GILDA CERULLO E RENATO LORI
ASSISTENTE SCENOGRAFA GRAZIA IANNINO
SCENE REALIZZATE DA ALLIEVI DI SCENOGRAFIA DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI NAPOLI
MUSICHE ORIGINALI TOMMY GRIECO
AIUTO REGIA ANGELA ROSA D’AURIA
ASSISTENTE VOLONTARIO GIUSEPPE ANIA
UFFICIO STAMPA CHIARA DI MARTINO
PRODUZIONE TEATRO TRAM NAPOLI E COMPAGNIA TEATRO DELL’OSSO

25 giugno 2019 ore 21.00
durata 1 ora
Napoli
Galleria Toledo

Franco Mastrogiovanni è un insegnante elementare di 58 anni. Secondo i suoi alunni, è l’insegnante più alto del mondo: i suoi 193 centimetri lo fanno sembrare un gigante ai loro occhi. Mastrogiovanni è anche un anarchico. Uno che negli anni ’70 se ne andava in giro a Salerno a picchiare i fascisti ed è finito in galera. Ma Franco Mastrogiovanni è soprattutto un matto, uno che è stato ricoverato in manicomio. Eppure, per tutti quelli che lo conoscono, è un uomo tranquillo.
Il 4 agosto 2009, muore nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania: 87 ore prima era stato ricoverato per un TSO, perché ha guidato l’auto oltre i limiti di velocità, perché non ha voluto fermarsi all’alt, perché è scappato in mezzo al mare e non ha voluto più uscirne. Perché, quando finalmente ha deciso di tornare a riva, si è messo a cantare Addio Lugano bella. «Lo spettacolo — spiega Mirko Di Martino — è un monologo di teatro civile che ripercorre una storia vera, tragica e oscura. Dieci anni dopo, i medici e gli infermieri responsabili della morte di Mastrogiovanni sono stati processati e condannati. Ma restano aperti tanti interrogativi. Il caso Mastrogiovanni non è un caso isolato: il TSO è un provvedimento largamente utilizzato nel sistema sanitario italiano, nonostante sia molto contestato. Lo spettacolo indaga il complesso rapporto tra cura e detenzione, salute e follia. Oggi che il malato di mente è diventato un peso per la comunità, una minaccia all’ordine sociale, il TSO è diventato la strada più sbrigativa per liquidare in fretta il problema»