di Enrico Frattaroli
durata: 1h 30m | Paese: Italia | Lingue: greco antico
Teatro San Ferdinando – 09/07/2011, 21:00 – 10/07/2011, 20:00
da Sofocle
produzione Neroluce (frattaroli & mazzi), Napoli Teatro Festival Italia, Florian – Teatro Stabile d’Innovazione (Pescara)
in collaborazione con ATCL – Associazione Teatrale Comuni del Lazio (Roma)
Nell’edizione 2009 del Napoli Teatro Festival Italia aveva portato nella Cappella del Real Albergo dei Poveri un lucido e appassionato lavoro sulla figura del Marchese De Sade; quest’anno Enrico Frattaroli torna a Napoli con un progetto sul mito greco per eccellenza: Edipo. Il titolo dello spettacolo è Hybris, termine con cui, nell’antichità, veniva indicato il peccato di superbia contro gli dei. Una colpa destinata a trasmettersi, insieme all’ira degli dei, alla discendenza di chi se ne fosse macchiato.
Lo spettacolo è presentato come un reperto acquisito in un lontano futuro e proveniente da un lontano passato; un futuro e un passato remoti ma coincidenti con il presente in cui l’opera viene eseguita: il 2011. Lo spettatore attuale è invitato a osservare il reperto come esistito in un tempo passato dalla prospettiva di un tempo futuro che è il suo stesso presente. In questo corto circuito temporale la vicenda di Edipo (interpretato da Franco Mazzi) si inscrive quale vertigine della coscienza, precipitare della luce della ragione nell’oscurità dell’essere: indagine mitica (divenuta mito dell’indagine) dell’essere umano sul suo essere uomo.
Sette attori, i corpi velati da costumi-sculture in silicone opalescente, si muovono su una piattaforma scenica in alluminio, semicircolare come l’orchestra di un teatro greco: una zattera, un’isola umana alla deriva nello spazio e nel tempo. In Hybris i reperti delle due tragedie (Epido tiranno ed Edipo a Colono) disposti lungo un unico arco temporale, sono recitati in greco antico: l’espressione tragica passa attraverso il corpo musicale della lingua (dalla luce del significato all’oscurità del senso) per risuonare con tutte le altre voci di un lavoro concepito come una grande partitura verbale, sonora, musicale, visiva.