DI: ANTONIO TARANTINO
REGIA: DANIELE SALVO
durata: 2h | Paese: Italia | Lingue: italiano
Teatro San Ferdinando – 13-14-15-16/06/2009, 20:00
COPRODUZIONE: NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA E FAHRENHEIT 451 TEATRO.
Gramsci a Turi è un testo inedito di Antonio Tarantino, uno dei maggiori drammaturghi italiani. Attraverso l’allestimento dell’opera, in cui l’autore si misura, in modo singolare, con i temi del potere e della storia, del destino individuale e di quello collettivo, Daniele Salvo propone la propria idea di teatro “radicato nell’attualità”. Il regista, dopo essere stato assistente alla regia di Luca Ronconi, si è distinto per la messinscena della letteratura dell’Europa dell’Est (da Puskin a Majakovskij, da Cvetaeva a Szymborska), di autori di ogni genere e tempo come Shakespeare, Lord Byron e Pasolini, e di scrittori contemporanei come Amos Oz e Nadine Gordimer.
«Antonio Tarantino ha scritto un testo denso di suggestioni e di atmosfere come Gramsci a Turi, pensando proprio a quelle ceneri, a quel piccolo uomo offeso e privato della libertà da un governo che lo riteneva scomodo e pericoloso. La vita nel carcere è molto dura e gli ufficiali, le guardie carcerarie, gli psicologi che tentano di decifrare il pensiero dell’uomo Gramsci, considerato uno strano essere che, in cella, si permette di pensare, scrivere, pontificare sul futuro dell’Italia, danno un quadro desolante di quegli anni. La scena riproduce fedelmente il tribunale speciale in cui Gramsci fu condannato, le stanze del carcere di Turi, l’ultima cella in cui fu rinchiuso Gramsci prima di morire, il cimitero acattolico del Testaccio. Credo in un teatro radicato nell’attualità: in questo caso è necessario non sovrapporre “stili” recitativi o strutture intellettualistiche, che sarebbero di ostacolo alla credibilità del testo, ma piuttosto, attraverso un lavoro puntuale di stu- dio di intenzioni, movimenti, linguaggio e stati emotivi, portare lo spettatore ad assistere al dramma come se fosse testimone di un fatto di cronaca appena accaduto, come se il teatro, in questo caso, non fosse “fiction”, ma strumento di comprensione di fatti reali, di vita vissuta, evento unico ed irripetibile. La storia di Gramsci è una storia straor- dinaria, è una storia di fede e forza delle idee e come tale va affrontata, con rispetto, correttezza e dedizione. È necessario, profondamente necessario, ritornare con la memoria ad un grande esempio del passato, a chi, come Antonio Gramsci, ha combattuto con le armi della fede e della ragione per ridare all’uomo moderno una dignità, una speranza possibile e un futuro migliore» – Daniele Salvo.