drammaturgia e regia di Sara Sole Notarbartolo
durata: 1h 35m | Paese: Italia | Lingue: italiano
Teatro San Ferdinando – 02-03/07/2011, 20:00 – 04/07/2012, 21:00
coproduzione Taverna Est Teatro, Libera Scena Ensemble
con il sostegno di Goethe Institut
in collaborazione con La Friche La Belle de Mai (Marsiglia), La Vicaria (Palermo)
Sara Sole Notarbartolo torna al Napoli Teatro Festival Italia con una nuova produzione. La regista e drammaturga napoletana insieme alla compagnia Taverna Est Teatro, di cui è stata co-fondatrice nel 2004, presenta una reinterpretazione del Faust di Goethe in chiave contemporanea.
Superando la contrapposizione dell’opera ottocentesca tra azione e conoscenza, il Faust di Sara Sole Notarbartolo si immerge nel presente raccontando l’incomuni- cabilità e l’inazione del nostro tempo schiacciato tra precarietà ed emarginazione, come racconta la stessa regista: «Questa storia, narrata per musiche e incastri, che procede per errori e paradossi, unisce una leggenda forte ed eterna come quella del Faust con le piccole miserie del nostro paese».
In questo contesto emergono, così, personaggi nuovi e singolari: Gesù è il Cristo che, ormai deluso dal genere umano, gestisce una piccola radio indipendente, “Radio Gesù Salva e Libera” e vende il proprio sangue per pagare l’affitto; Margherita è una giovane trentenne, disoccupata, vergine e depressa; Mefistofele è un contrabbandiere di organi, iperattivo e poco astuto; Lucifero, il capo dei demoni, lavora con contratti a progetto in una hot line; Belzebù, personaggio sexy e sadico, vende falsi oroscopi a cottimo.
La storia li posiziona in questo contesto di povertà ed alienazione per metterli alla prova, per capire come si comporta un “essere sovrumano” tra le miserie della nostra vita, in un mondo sempre più violento, impaurito e senza speranza. Unica luce che sembra emergere all’interno della trama è quella del personaggio di Faust, scrittore geniale ma costretto dalle circostanze a scrivere banalità commerciali, che aspira ancora ad un’esistenza migliore, anche se attorniato e sopraffatto dai suoi condomini che, con la sua inconsapevole partecipazione, stanno progettando la distruzione del mondo.
Sulle musiche di Giovanni Block, lo spettatore si troverà, dunque, di fronte alla rappresentazione scenica di un condominio, una palazzina a due piani con tre appartamenti ciascuno, dal quale i protagonisti non escono mai.