Ph Salvatore Pastore

dall’opera di Christopher Marlowe
drammaturgia e regia Laura Angiulli
con Massimo Verdastro, Alessandra D’Elia, Stefano Jotti, Paolo Aguzzi, Michele Danubio, Luciano Dell’Aglio, Gennaro Maresca, Luca Saccoia
interpretazione in canto Caterina Pontrandolfo, Lavinia D’Elia
impianto scenico Rosario Squillace
luci Cesare Accetta
costumi Annalisa Ciaramella

illuminotecnica Lucio Sabatino
direttore di scena Flavia Francioso
assistente ai costumi Sara Oropallo
assistente elettricista Luca Sabatino
assistente alla produzione Adriano Paschitto

amministrazione Nicola Castaldo, Roberta Tamburelli
segreteria Anna Fiorile, Francesco Maccarrone

comunicazione Lorenza Pensato
grafica Solimena Francesco Armitti
produzione Il Teatro Coop Produzioni / Galleria Toledo

Museo Diocesano – Chiesa Donnaregina Vecchia
11 , 12 giugno 2018 ore 21.30
durata 1 ora e 30 min

In coerenza con il percorso, inaugurato circa dieci anni fa, di studio e allestimento del teatro elisabettiano, Laura Angiulli sceglie per questa edizione di portare in scena Edoardo II di Cristopher Marlowe.
«Si pensa a un progetto strutturato su un duplice versante narrativo, per così dire modulare, che in un caso guarda alla rappresentazione dei vari segmenti dell’opera – da quelli guerreschi a quelli più stridenti di una corte in fermento e di un privato portato in piazza – in un altro verso alla più concisa, ma non meno pregnante raffigurazione del dramma, ridefinito intorno a luoghi emozionali di dolorosa intimità (molteplici, e assolutamente non banali), non più idonei alla rappresentazione di strada, ma allo spazio silenzioso del teatro, dove il rito ha occasione di celebrarsi. Entrambi gli ambiti rappresentativi, opportunamente condotti a corpo unico, daranno luogo a un evento tanto inconsueto quanto affascinante per un pubblico ampio, anche turistico.
Edoardo II è figura di straordinaria densità poetica; trasgressivo e irridente alle istanze impostegli dal ruolo regale che gli compete; mette in gioco il trono e la vita nella rivendicazione di una libertà che ostinatamente ritiene gli tocchi nel diritto e nella dignità dell’uomo. Ma ci si chiede – e qui è il cuore della deflagrazione drammatica! –:  è consentito a chi tiene nelle mani le sorti di un popolo e l’equilibrio delle componenti sociali, è consentito a un re nella sua propria configurazione di entità politica, porre al centro la priorità delle personali aspirazioni contro il bene comune? Naturalmente per Edoardo II la risposta al quesito è nell’epilogo luttuoso, tanto eloquente quanto straziante».