A CURA DI CLAUDIO DI PALMA E VESUVIOTEATRO
DI E CON ANTONIO MARFELLA
E CON GIAMPIERO SCHIANO
TEATRO NUOVO
22 GIUGNO 2023 ORE 20.00
Secondo quali traiettorie e rimbalzi mi sia venuto a tiro non si può dire. Posso ben dire, però, che il suo manifestarsi non è certo stato inatteso. Il suo pensiero caratterizza l’intera mia esistenza, da sempre e sempre, tanto da essermi rassegnato alla circostanza d’avergli sacrificato un’intera sezione del cervello, il cui utilizzo avrebbe forse fatto di me qualcosa di più del teatrante da sottobosco quale, ostinatamente, sono. Ma forse no. Forse quella parte del cervello è l’unica rimasta veramente sana, chi può dirlo? Quanti ne conosco di insospettabili che, individuato un nòcciolo smangiucchiato di pesca sul proprio cammino, accorciano il passo per arrivarci col piede giusto, per poi indirizzare il tiro nell’angolo basso, all’interno della ruota anteriore della macchina parcheggiata, la cui lunghezza – fra ruota anteriore, appunto, e ruota posteriore – delimita quella che lui, con rapido colpo d’occhio, ha battezzato porta, per stringere forte il pugno e stiracchiare un ghigno di soddisfazione, qualora – fra le asperità di asfalto, marciapiede e sampietrini – quel nòcciolo s’infili davvero imparabilmente in quell’angolino! Ebbene, fra tutti questi, l’opportunità di realizzare la prima esclusiva intervista a Don Decaedro, è rotolata proprio nei miei pressi. Io non potevo che raccoglierla. Sarà un’intervista indiretta teatrale per pochi intimi, questi i patti. Io potrò solo fare da sponda, affinché, le imprevedibili traiettorie del suo pensiero, possano trovare l’espressione più virtuosa possibile.
SPORTOPERA 2023
Chi si applica alla scienza deve anche esercitare i movimenti del corpo facendo ginnastica, e così chi alleva il corpo deve farvi corrispondere i movimenti dell’anima, giovandosi della musica e della filosofia. Platone
Platone certifica l’esistenza di una complementarità fra filosofia e atletismo. La conferma probabilmente in base alla sua esperienza non tanto di pensatore quanto di lottatore, pare fosse cultore ed interprete del pancrazio. Elegge in questo modo l’agón, cioè il confronto, la disputa, a misura identificativa sia della lotta che del dialogo, ovvero dello strumento ideale della conoscenza filosofica. Così, proprio il dialogo, diventa la cifra espressiva comune alle tracce drammaturgiche di Sportopera23. Una provetta tennista, Coppi, Bartali, il nuotatore Eraclito, un allenatore spretato, si fanno interpreti singolari ed emblematici dello gnōthi seautón (conosci te stesso) e del medèn àgan (niente di troppo) ovvero dell’obiettivo e del limite riguardanti al tempo stesso l’esercizio del pensiero come quello dello sport. Già, lo sport, quel controverso miscuglio di passioni e pulsioni al quale (credendo a Porfirio “Nudi e senza tuniche entriamo nello stadio, nei giochi olimpici dell’anima”) molti filosofi hanno dedicato inesausta partecipazione emotiva e spregiudicata esplorazione fisica.
Claudio Di Palma