TRATTO DALLE LETTERE DI LILIANA CASTAGNOLA
DI CORRADO ARDONE
REGIA LARA SANSONE
CON GINO DE LUCA, MASSIMO PELUSO, GIORGIO PINTO, RUBEN RIGILLO, INGRID SANSONE, LARA SANSONE, IVANO SCHIAVI
E LA PARTECIPAZIONE DI LEOPOLDO MASTELLONI
SCENE FRANCESCA MERCURIO
COSTUMI TERESA ACONE
DISEGNO LUCI LUIGI DELLA MONICA
PRODUTTORE CREATIVO SASÀ VANORIO
MUSICHE PAOLO RESCIGNO
PRODUZIONE TRADIZIONE E TURISMO – CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE

CAPODIMONTE – CORTILE DELLA REGGIA (PORTA GRANDE)
16, 17 GIUGNO
ORE 21.00 DURATA 1H+10MIN DEBUTTO

È il tre marzo 1930. Napoli viene scossa dalla notizia della morte di una famosissima artista: Liliana Castagnola.
La celebre chanteuse viene ritrovata senza vita nella camera della pensione degli artisti Ida Rosa in via Sedil di Porto, laddove era solita soggiornare in città. Spregiudicata e fatale, incantevole e maledetta, alla lunga lista di flirt che riuscì a collezionare nella sua breve vita, figura anche Antonio de Curtis, in arte Totò.
Ma quest’ultimo non fu l’ennesima avventura, bensì il grande e forse unico vero amore della celebre artista i cui trascorsi, sempre in bilico fra cronaca rosa e nera, finiscono spesso sui giornali alimentando la sua leggenda di femme fatale.
L’incontro della esplosiva Liliana con Totò avvenne a Napoli nel dicembre del 1929. Recitavano in teatri diversi: lui al Nuovo, lei al Santa Lucia; e Liliana, in una serata di riposo della sua compagnia, andò ad assistere allo spettacolo del giovane comico. Poche parole, scambiate in camerino dopo la recita. La sera successiva, nel suo camerino, la cantante trovò un cesto di rose, con un biglietto dell’attore: «E’ con il profumo di queste rose che vi esprimo tutta la mia profonda ammirazione”. Rispose lei, con un altro biglietto: “Grazie, ma voglio ricordarvi che, quando queste meravigliose rose appassiranno, dovranno essere sostituite con altre. Sabato, al Santa Lucia, canterò per voi le mie più belle canzoni».
Fu l’inizio di un grande amore. La Castagnola ha 35 anni, troppi per il mondo spietato del Café Chantant; ha avuto molti amanti, relazioni importanti spesso sfociate in drammatici epiloghi, ma trova in de Curtis il compagno ideale. “Per te, per questo nostro grande amore”, insisteva lei “sono pronta anche a rinunziare alla carriera”. Ma probabilmente le parole appassionate della attrice non furono credute in pieno dal giovane comico, il quale decise di interrompere bruscamente la relazione. Il sentimento di lei è prepotente troppo impegnativo per lui tant’è che decide di accettare una scrittura con la compagnia Cabiria che lo avrebbe portato a lavorare a Padova.
Liliana prova ad incontrarlo ancora una volta, consapevole di non avere la forza di troncare quella relazione in cui ha riposto le aspettative di tutto il suo futuro.
Non ci riesce, allora indossa i suoi abiti migliori, si trucca e scrive una lettera appassionata al suo amore andato e decide di suicidarsi.
E’ in quella camera che Totò la troverà il mattino successivo. Conserverà per tutta la vita quella lettera ed un fazzoletto, sporco del suo mascara, sciolto con le lacrime di quella sera disperata.
Chiamerà la sua unica figlia Liliana. E farà seppellire le spoglie dell’artista nella cappella di famiglia.
A lei dedicherà questi versi:

«È morta, se n’è ghiuta ‘nparaviso! Pecchè nun porto ‘o llutto? Nun è cosa rispongo ‘a gente e faccio ‘o pizzo a riso ma dinto ‘o core è tutto n’ata cosa!»

Com’è morta Liliana Castagnola? Ma soprattutto chi era veramente? Il testo ne analizza la personalità, la vita d’attrice e di donna attraverso una presunta indagine ad opera di un maresciallo, che nell’ascoltare le testimonianze di coloro i quali ebbero modo di frequentarla ne disegnerà un profilo basato su cenni storici e cronache del periodo il più fedele ed accurato possibile.
Un viaggio attraverso un epoca, con i suoi eccessi e le sue censure, un mondo affascinante e misterioso quale quello degli artisti di varietà, le chanteuse che hanno scritto pagine indelebili nel mondo del Cafè Chantant.
Ma allo stesso tempo uno sguardo diverso sul Totò uomo, artista ancora
agli albori della carriera, che sarebbe poi diventato l’icona che conosciamo oggi.
Un percorso anomalo, dai toni noir che parla di costrizioni ed ostentazioni, di passione, di rancore e di pregiudizio, quel pregiudizio che probabilmente costò la vita alla giovane diva.

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ph Salvatore Pastore – ag Cubo