DI E CON DIEGO FRISINA
REGIA LUDOVICO BULDINI
DIRETTORE TECNICO ERRICO QUAGLIOZZI
PRODUZIONE ASSOCIAZIONE ALTRA SCENA
CAPODIMONTE – GIARDINO PAESAGGISTICO DI PORTA MIANO (PORTA MIANO)
5 LUGLIO ORE 22.30 DURATA 1H+10MIN PROVA APERTA
6 LUGLIO ORE 22.30 DURATA 1H+10MIN DEBUTTO
Un uomo è al centro di un palcoscenico spoglio, un non-luogo, svincolato dal tempo e dallo spazio. Sa di trovarsi fisicamente nella casa dei suoi genitori, vede suo padre che punta contro di lui una pistola, vede sua madre a terra priva di sensi, ma non riesce a ricordare quanto è accaduto. È infatti affetto da una patologia ereditari a neurodegenerativa, la Corea di Huntigton, con la quale convive da sempre e che sembra essere responsabile di questa amnesia. In un flusso di coscienza apparentemente incoerente l’uomo ripercorre alcuni episodi della sua esistenza, nel tentativo di ricordare come è giunto a quello che si rivela essere l’ultimo istante della sua vita. Al centro di tutto c’è la malattia, vista come radice della propria sofferenza, ma anche come pretesto per poter essere liberi nell’unico modo veramente possibile: svincolati da ogni morale, da ogni tentativo di attribuire significati ad un qualcosa, la vita, che non ne ha. Il nichilismo diventa l’unica strada veramente meritevole di essere percorsa, di questo sembra volerci convincere il protagonista, come farebbe un profeta illuminato, attraverso un monologo violento che assume sempre più l’aspetto di una richiesta di aiuto, ma anche di un lamento disperato rivolto contro “i sani”, rei di essere schiavi delle loro paure, della loro codardia, incapaci di dire o fare quello che realmente sentono o vogliono, di pagare il prezzo che serve per non vivere nell’ipocrisia, nella menzogna, nell’illusione. In punto di morte però arriva la rivelazione: non ci sono sani o malati, ma è la vita stessa ad essere una malattia ereditaria trasmessa di generazione in generazione; una malattia il cui unico rimedio sembra essere rappresentato dalla morte.