DI/BY BABILONIA TEATRI – VALERIA RAIMONDI, ENRICO CASTELLANI
PAROLE DI/WORDS BY ENRICO CASTELLANI
CON (IN ODINE ALFABETICO)/WITH (ALPHABETICAL ORDER) CHIARA BERSANI, EMILIANO BRIOSCHI, ALESSIO PIAZZA, FILIPPO QUEZEL, EMANUELA VILLAGROSSI
MUSICHE ORIGINALI/ORIGINAL MUSIC CABEKI
PRODUZIONE/PRODUCTION TEATRO STABILE DEL VENETO – TEATRO NAZIONALE, EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
DA UN PROGETTO DI/FROM A PROJECT BY BABILONIA TEATRI
date/dates 5, 6 luglio/july h 21.00
luogo/venue teatro sannazaro
durata/running time 1h 10min
lingua/language italiano/italian
paese/country italia/italy
Dopo aver portato alle scorse edizioni del Festival The end e Lolita, quest’anno Babilonia Teatri arriva a Napoli con David è morto, un lavoro sul lutto che la compagnia veronese affronta con l’intelligente irriverenza che la contraddistingue. «David è morto – scrivono Valeria Raimondi e Enrico Castellani – è il racconto di cinque morti che parlano. Della loro vita e della loro morte. Chi si racconta da morto non ha nulla da perdere né da nascondere. Così sono i protagonisti della nostra storia. Diretti e spietati come lupi mannari alla ricerca di cibo. Alla ricerca di un senso che hanno perduto. David è morto è una storia impalpabile: pretesto per costruire un caleidoscopio di tic, un abbecedario di manie, un carnevale di follie contemporanee. Quello che si compone è un ritratto delle idiosincrasie del mondo in cui viviamo, dove ad essere importante non è l’intreccio quanto la possibilità di dipingere dei tipi umani e dei caratteri, che racchiudono in sé il disagio di abitare questo tempo. David è morto è un epitaffio cantato». Babilonia Teatri alla fine di luglio riceverà alla Biennale di Venezia il Leone d’argento per l’innovazione teatrale, la cui motivazione del direttore Àlex Rigola recita: «Per essere sempre alla ricerca di un messaggio positivo in tempi e situazioni in cui sarebbe facile fare il contrario. Per i loro spettacoli, strumento di sensibilizzazione rispetto alla complessità della nostra società. Per la sensibilità verso i più svantaggiati. Per la sensibilità nel trattare tematiche complesse senza abusare dei drammi reali degli interpreti. Per fare del loro teatro uno strumento di inclusione sociale. Per un teatro che mostra a noi spettatori una realtà che non sempre è visibile. Per la loro umanità. Per essere terapeutici. Per la loro pazienza. Per saperci emozionare. Per la loro bellezza scenica. Perché rappresentano un collettivo teatrale che non sempre è stato considerato come si meritava. Con questo premio vogliamo valorizzare e ringraziare in particolar modo il loro lavoro ma anche tutte quelle compagnie e quegli artisti che ogni giorno si svegliano per dare il meglio di sé a persone più bisognose. Perché sono necessari al mondo del teatro. Perché sono necessari al mondo. Per l’eccellenza della loro ricerca drammaturgica verso nuovi percorsi scenici».