ph Ivan Nocera – Cubo Creativity Design
IDEAZIONE E PROGETTAZIONE BISSANE AL CHARIF E CHRYSTÈLE KHODR
CON LA COLLABORAZIONE DI WAËL ALI
DIREZIONE TECNICA NADIM DEAIBES
SUONO HADI DEAIBES
CON IL SUPPORTO DI HEINRICH BÖLL STIFTUNG, KKV, AL MAWRED CULTURE RESOURCE
Programmato in collaborazione con La Francia in Scena. La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, è realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e della Fondazione Nuovi Mecenati.
dall’8 giugno al 22 giugno aperta (dal giovedì alla domenica dalle ore 17.00 alle 20.00)
Inaugurazione 8 giugno ore 17.00.
Napoli
Palazzo Fondi
INGRESSO GRATUITO
Dans un jardin je suis rentrée è una installazione interattiva realizzata da Bissane Al Charif (Palestina-Siria), Chrystèle Khodr (Libano) e Waël Ali (Siria). Il progetto indaga le esperienze sessuali e la loro relazione con i cambiamenti avvenuti nel periodo postbellico, basandosi sulle testimonianze di palestinesi, iracheni, libanesi e siriani che hanno accettato di condividere il loro vissuto. L’installazione può accogliere otto spettatori e dura un’ora al massimo. I visitatori si riuniscono per ascoltare il prologo e l’epilogo, poi possono muoversi in otto spazi diversi liberi di scegliere da dove iniziare e dove finire. La concezione dello spazio mette in evidenza la relazione degli oggetti esposti con il mondo sonoro della storia che lo spettatore può ascoltare in cuffia: «Abbiamo lavorato alle interviste partendo da domande personali – spiegano gli artisti. Abbiamo scelto quattro persone che non appartenevano alla stessa generazione, seguendo una linea cronologica che comincia dalla Palestina del 1948 e arriva alla Siria di oggi. Le domande poste vertono sulla memoria intima del testimone, sulle sue prime esperienze sessuali e le trasformazioni che queste esperienze hanno subito in seguito alla guerra. La guerra è un momento storico in cui tutte le forme di censura vengono a cadere, le barriere sociali tra le classi cambiano e lo spazio dell’intimità è ristrutturato producendo così un impatto sul corpo e la coscienza dell’esperienza sessuale. La nostra ricerca vuole quindi comprendere il legame esistente tra la scoperta del corpo e la guerra».