drammaturgia e regia di Fortunato Calvino
durata: 1h 15m | Paese: Italia | Lingue: italiano
Teatro Mercadante07/07/2011, 19:00 – 08/07/2011, 19:00

produzione Prospet Promozione Spettacolo

Fortunato Calvino porta, al Napoli Teatro Festival Italia, Cristiana Famiglia, testo da lui scritto nel 1999 e comparso per la prima volta nella raccolta Teatro, edita nel 2007.
In questo lavoro, l’autore rielabora i temi che gli sono più cari, quali l’usura, l’emar- ginazione sociale, la violenza della malavita, la solitudine: Fortunato Calvino, infatti, fin dall’esordio come regista e scrittore nel 1990, ha sempre affrontato tematiche di respiro sociale, economico e politico.
In Cristiana Famiglia, il nucleo domestico diventa il luogo in cui si scontrano due con- cezioni di vita e due modi di emergere dal degrado: da un lato il fratello operaio legato a valori di umanità e di onestà, vittima di un contesto economico che lo emargina mortificando il suo impegno politico; dall’altro il fratello più giovane, che ambisce a diventare un boss malavitoso e usa la violenza per ottenere denaro e potere.
All’interno della trama, un ruolo di raccordo tra le due realtà in lotta è offerto dalle figure femminili di madre, sorella e mogli dei protagonisti, che cercano di raccogliere i frammenti di una realtà che si va disgregando. Le donne si muovono all’interno dei topoi classici della vita napoletana dei vicoli, tra gli altarini di Santa Rita, le tentazioni date dal benessere derivato dal facile guadano e le voci assordanti dei tanti televisori che occupano gli ambienti domestici.
E proprio dagli schermi televisivi riecheggiano in sottofondo le notizie di una guerra imminente, che in questo contesto assume un duplice significato, concreto e simbolico, e che coinvolgerà i protagonisti in un finale inaspettato, mantenendo una suspense da sceneggiato televisivo fino alla conclusione del dramma: «La tv − afferma Calvino nelle note di regia − ci abitua a convivere con la guerra e le sue mostruosità e la “nostra famiglia” è talmente immersa nelle sue beghe, che quando la guerra scoppierà violenta, trascinandola in un abisso senza fondo, non se ne renderà conto. L’imbarbarimento sarà compiuto».

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