VIOLONCELLO: LUCA SIGNORINI
MUSICHE DI: LUIGI BOCCHERINI, FRANZ JOSEPH HAYDN, WOLFGANG AMADEUS MOZART
Luigi Boccherini: Concerto in Si bemolle maggiore per violoncello e orchestra (elaborazione di Friedrich Grutzmachen) Franz Joseph Haydn: Sinfonia n.101 “della pendola” (o dell’orologio) in Re maggiore. Wolfgang Amadeus Mozart: Il flauto magico, ouverture K.620
Pigmalione
DA: JEAN-JACQUES ROUSSEAU
LIBERO ADATTAMENTO DI: MANLIO SANTANELLI
IDEAZIONE REGISTICA E VOCE RECITANTE: VINCENZO SALEMME
durata: 2h | Paese: Italia | Lingue: italiano
Teatro di San Carlo – 07/06/2009, 20:30
PRODUZIONE: NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, TEATRO DI SAN CARLO, CHI È DI SCENA.
Pigmalione è un’opera breve di Jean-Jacques Rousseau, che nasce dal dibattito illuminista intorno alla natura della musica e al rapporto tra musica e parola. Sostenendo l’inadeguatezza della lingua francese al canto, Rousseau inventa con quest’opera una forma ibrida che giustappone pagine strumentali e recitazione; le prime sono accompagnate da una pantomima, mentre la parola viene declamata quando la musica si interrompe. Nella versione del mito raccontata da Rousseau, Galatea, la statua creata da Pigmalione, offende la natura per la propria bellezza inarrivabile. Pigmalione è stato liberamente adattato dal drammaturgo Manlio Santanelli per l’interpretazione di Vincenzo Salemme.
«Ma non si è sempre affermato e confermato che non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace? E invece oggi la Bellezza trionfa e tiranneggia come un “Assoluto Naturale”. Di conseguenza, la chi- rurgia estetica, che pure avrebbe tante nobili finalità (valga per tutte la restituzione di una dignità umana ai grandi ustionati), troppo spes- so si impegna, dietro parcelle stellari, nella “disperante missione” di creare la bellezza anche laddove la natura non l’ha prevista. Nel met- tere mano ad un libero adattamento del Pigmalione di Rousseau, con l’incoscienza della disperazione ho inteso schierarmi al fianco dei non belli, per suggerire una sorta di estetica della Bruttezza che possa pareggiare i conti. La mia Galatea, al cui cospetto Venere stessa impallidisce, una volta passata dal marmo alla vita, con la sua scelta accende una luce di speranza nei brutti, nelle brutte, o in co- loro che si ritengono tali; i quali d’ora in poi non si dovrebbero sen- tire discriminati soltanto perché non posseggono i tratti ideali per un calendario» – Manlio Santanelli.