DI DAVID HARROWER
TRADUZIONE MONICA CAPUANL E ANDRÉE RUTH SHAMMAH
REGIA ANDRÉE RUTH SHAMMAH
CON EVA RICCOBONO, ALBERTO ASTORRI, PIETRO MICCI
SCENE MARGHERITA PALLI
CON LA COLLABORAZIONE DI MARCO CRISTINI
LUCI CAMILLA PICCIONI
COSTUMI SASHA NIKOLAEVA
MUSICHE MICHELE TADINI
VIDEO LUCA SCARZELLA
COLLABORAZIONE ARTISTICA ISA TRAVERS
ASSISTENTE ALLA REGIA BEATRICE CAZZARO, LORENZO PONTE
ASSISTENTE SCENOGRAFO KATARINA STANCIC
ASSISTENTE VIDEO ANNA FRIGO
PRODUZIONE TEATRO FRANCO PARENTI E FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA
IN COLLABORAZIONE CON SPOLETO 62 FESTIVAL DEI 2 MONDI
SCENE COSTRUITE PRESSO IL LABORATORIO DEL TEATRO FRANCO PARENTI IN COLLABORAZIONE CON GLI STUDENTI DEL TRIENNIO IN SCENOGRAFIA DI NABA, – NUOVA ACCADEMIA DI BELLE ARTI: CHIARA CARRETTONI, CHIARA SGRIGNUOLI, MARTINO GRANDE, FRANCESCA PESCE E KELLY LINCIANO.
COSTUMI REALIZZATI PRESSO LA SARTORIA DEL TEATRO FRANCO PARENTI DIRETTA DA SIMONA DONDONI
prima assoluta
29 giugno 2019 ore 21.00
30 giugno 2019 ore 19.00
durata 2 ore
Napoli
Teatro Nuovo Napoli
Il primo testo del pluripremiato drammaturgo scozzese David Harrower rivela nel suo linguaggio inventato, e nella riflessione che ruota intorno alla natura stessa del linguaggio, una potenza dalla forte risonanza contemporanea. La regia di Andrée Ruth Shammah invade i confini dell’universo rurale e arcaico delineato dall’autore, nella prospettiva della ricerca di un’esperienza forte, dove l’indagine e la scoperta della pronuncia della Parola svelano l’origine più pura del teatro. La scena, firmata da Margherita Palli, si sviluppa su due livelli, raccontando sia il contesto rurale nel quale è ambientata la vicenda che ruota intorno ai tre personaggi, tramite la presenza sul palco di modellini in scala dei luoghi del testo, agiti dagli stessi attori, sia la sua eco contemporanea con uno spazio scenico caratterizzato da una forte stilizzazione. Saranno i video, per la collaborazione di Luca Scarzella, così come le musiche di Michele Tadini e le luci di Camilla Piccioni, ad accompagnare lo spettatore in un percorso che muove da un realismo quasi filologico verso un’astrazione del sentire. Eva Riccobono, interprete della Giovane Donna, di cui non verrà mai pronunciato il nome (ma scritto senza che il pubblico possa leggerlo), porta in scena, stimolata nella sua fisicità dal lavoro corpo a corpo di Isa Traversi, la freschezza e la purezza di un personaggio femminile colto nel suo percorso di formazione. Gli interpreti maschili, Alberto Astorri, nel ruolo di William, marito della Giovane Donna, e Pietro Micci, il mugnaio Gilbert che sedurrà in maniera non scontata la mente della protagonista, presentano due sfere del maschile che si fanno simbolo di due mondi, epoche e sensibilità diametralmente opposti. Uno spettacolo insolito nel percorso artistico di Andrée Ruth Shammah che coglie la sfida lanciata da questo testo per il quale ha provato subito una forte fascinazione per la potenza della scrittura, poetica e carnale allo stesso tempo, e per il disegno dei tre personaggi, tre vite autonome, tre solitudini a confronto così primitive e originali.