DI: CHAY YEW
REGIA: GIORGIO BARBERIO CORSETTI
durata: 2h 30m | Paese: Italia, Singapore | Lingue: italiano, inglese, cinese (sottotitoli in italiano)
Real Albergo dei Poveri06-07/06/2009, 22:30 – 09/06/2009, 22:00 – 10-11-12-13-14/06/2009, 22:30

produzione: NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, SINGAPORE ARTS FESTIVAL, FATTORE K.

Le città visibili è uno spettacolo realizzato a partire da un progetto di collaborazione tra il Napoli Teatro Festival Italia e il Singapore Arts Festival: Chay Yew, drammaturgo singaporiano, ha scritto Le città visibili, un testo teatrale sugli stereotipi che Oriente e Occidente, nei secoli, hanno costruito l’uno sull’altro. Regista dello spettacolo, il cui allestimento vede insieme in scena artisti italiani e orientali, è Giorgio Barberio Corsetti. Nel testo, ispirato a Le città invisibili di Italo Calvino, convivono diverse dimensioni – appartenenti a epoche e luoghi differenti – sospese fra Est e Ovest del mondo: a due storie d’amore, una in Cina e una in Occidente, fra un italiano e un’orientale (e viceversa) si intrecciano momenti di lavoro nelle fabbriche tessili, fra vicende legate alla contraffazione e incidenti sul lavoro. Protagonista del testo è lo sguardo dello straniero, di cui Chay Yew, oltre a mostrare le versioni attuali, traccia una genealogia storica e culturale, fino a risalire alla leggendaria Xanadu di Kublai Khan.
«Le città visibili…
– un gioco di riflessi e di inganni
– in Oriente si fabbricano le merci che poi con un’etichetta messa in Italia diventano “made in Italy”
– in Oriente le fabbriche fabbricano vera merce in più di quella richiesta che diventa falsa, vera falsa, in quanto illegale
– in Occidente, a Napoli, si fabbricano le copie della merce vera che dunque sono false false
– Tomaso in Oriente mente a Jessica, Jessica a Tomaso, la storia d’amore tra i due è sottoposta all’esame minuzioso di un ufficiale di po- lizia (a sua volta menzognero) sempre presente. Anche i sentimenti diventano strumenti del gioco sociale ed economico in una danza di apparenza e finzioni
– l’Oriente è un gioco di riflessi, trasparenze, la realtà cruda si nasconde dietro i luccicanti specchi bruniti degli edifici inespugnabili
– l’Occidente, la città, Napoli, è vista attraverso gli occhi spaventati di Bianca, una giovane donna del nord Italia, moglie di Tomaso, agorafobica e vittima di crisi di panico
– Napoli è il delirio di Bianca, la paura di uscire
– Napoli è vista da Chay anche attraverso gli occhi incantati dall’Italia di Fish, un emigrato orientale che fa vari lavori per pagare i debiti di viaggio per venire in Occidente
– mentre in Oriente la storia d’amore si rivela impossibile tra Tomaso e Jessica, per le reciproche bugie, l’amicizia tra Bianca, rinchiusa in casa con le sue allucinazioni e paure, e Fish, diventa profonda e conforta due immense solitudini
– l’Oriente visto dall’Occidente è raccontato attraverso le allucinazioni di Bianca dovute alle troppe pillole ansiolitiche, Kublai Kan e Marco Polo in perpetuo litigio le appaiono come due personaggi di Alice
– i lavoratori in Cina, gli immigrati orientali in Italia non hanno volto, sono coperti da maschere di animali, topi in Cina, pesci in Italia. Acquistano una fisionomia umana là dove la sofferenza li stacca dalla massa anonima
– i malavitosi sono raccontati anche loro attraverso delle maschere, sono uccelli rapaci e malvagi, apparizioni sinistre come in un quadro di Bosch
– i vestiti prodotti non hanno fisionomia, valgono solo l’etichetta che vi è appiccicata, veri o falsi sono tutti blu, e solo nel gioco degli inganni virtuali assumono colori e disegni
– le allucinazioni di Bianca e i racconti che si fanno tra loro Tomaso e Jessica, sono messi in scena attraverso un gioco di finzioni elettroniche, su un fondo blu…
– Tomaso si è fatto da sè, ha trovato un posto nella casa di moda Vespucci, ma contemporaneamente è legato alla banda malavitosa degli uccelli. Una doppia vita
– freddo, impenetrabile, si apre proprio con Jessica, che, come lui, non è quello che sembra
– Jessica si lascia andare a Tomaso, lascia cadere le proprie difese per la prima volta nella sua vita proprio con colui che dovrà tradire
– Bianca, grazie a Fish, alla sua presenza, alle sue incomprensibili parole ritrova un po’ di fiducia in se stessa, e proprio quando lui scomparirà, riuscirà ad uscire dalla sua paura
– la Signora Zanetti è una donna sola che si nasconde dietro un’apparenza di normalità pettegola, ma attraverso le pietanze e la cucina esplode in tutta la sua comicità, di mezza età e invadente, è il fuo- co stesso che cucina il cibo
Le città visibili sono un mondo reale e crudo in parte, in parte fantastico e fantasmagorico, duro e comico, disperato e toccante, in cui Chay Yew ci porta attraverso gli occhi dei suoi personaggi incantati, allucinati, freddi, spaventati, ma sempre a rischio di essere travolti dai sentimenti» – Giorgio Barberio Corsetti.