AUTORE, REGISTA, CO-DESIGN LUCI, COREOGRAFIE DANIELE FINZI PASCA
CON HELENA BITTENCOURT, GOOS MEEUWSEN
DIRETTRICE DI CREAZIONE JULIE HAMELIN FINZI
MUSICA, SOUND DESIGN E CO-DESIGN DELLE COREOGRAFIE MARIA BONZANIGO
SCENOGRAFIA, ACCESSORI HUGO GARGIULO
COSTUMI GIOVANNA BUZZI
PRODUZIONE COMPAGNIA FINZI PASCA
IN COPRODUZIONE CON TEATRO SOCIALE BELLINZONA – BELLINZONA TEATRO, LA MAISON DE LA CULTURE DE NEVERS ET DE LA NIÈVRE, L’ODYSSÉE – SCÈNE CONVENTIONNÉE DE PÉRIGUEUX, CITTÀ DI LUGANO, CANTONE TICINO, PROHELVETIA, ERNST GÖHNER STIFTUNG
PARTNER ALLA CREAZIONE CAFFÈ CHICCO D’ORO, CORNERCARD, GRAND HOTEL VILLA CASTAGNOLA
DATE 8, 9 GIUGNO (ORE 19.00), 10 GIUGNO (ORE 21.00)
LUOGO TEATRO NUOVO
DURATA 1H 30MIN
LINGUA ITALIANO
«Dei pezzi di porcellana sul pavimento, i letti degli ospedali, le piastrelle del bagno in casa della nonna, il tavolo di marmo nella macelleria, il fazzoletto che agitava papà quando partivamo, il tuo sorriso, il giardino sommerso dopo una tempesta di neve, certi silenzi, il gesso e le bende attorno alla mia gamba rotta, nuvole, il nome della maestra scritto sulla lavagna, il vestito di mia cugina che si sposa, un bicchiere di latte, le pagine del quaderno del primo giorno di scuola, il camice dell’infermiera, un fiore, una conchiglia, un cavallo, la schiuma che riempie la vasca da bagno, le pillole per dormire, la cipria che copre il viso di noi clown, le storie che fanno passare la paura del buio».
Con queste parole Daniele Finzi Pasca, uno dei coreografi più interessanti della scena internazionale, descrive il suo nuovo spettacolo, Bianco su Bianco. Sul palco due clown si muovono con leggerezza costruendo situazioni tragicomiche. Si tratta di storie sempre in equilibrio tra una dolce e nostalgica assurdità, un mondo surreale, ferocemente sereno, un teatro che riflette su se stesso, dove l’illusione e gli artifici vengono alla fine sempre svelati, dove si ride e ci si commuove, dove i clown non incarnano la stupidità ma la fragilità degli eroi perdenti. «Negli ultimi anni – afferma il coreografo – è come se i nostri spettacoli si fossero alimentati con il linguaggio dei sogni. Questa volta invece non chiuderemo gli occhi per trasportarci in possibili viaggi interiori, questa volta resteremo senza dormire per un’intera notte, una notte a occhi aperti. Non saranno sogni ma piccole allucinazioni, modi per far emergere il Rosso e il Nero che si nascondono dietro il Bianco dell’immaginario di noi clown».