DI: ADONIS
REGIA: FRANCO SCALDATI
durata: 1h 20m | Paese: Italia, Libano | Lingue: italiano
Real Albergo dei Poveri19-20-21/06/2009, 22:30

PRODUZIONE: NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA.
IN COPRODUZIONE CON: ASSOCIAZIONE COMPAGNIA DI FRANCO SCALDATI.

Nel 2008, il Napoli Teatro Festival Italia ha commissionato un testo ad Adonis, poeta franco-libanese fra i maggiori studiosi di cultura araba in Occidente. Adonis, dopo un periodo di residenza a Napoli, ha scritto Alberi adagiati sulla luce, editato da Feltrinelli e presentato dallo stesso poeta durante la scorsa edizione del Festival.
La messinscena di Alberi adagiati sulla luce è ora affidata a Franco Scaldati – regista, attore e autore palermitano impegnato fin dal suo esordio nella creazione di una particolare lingua teatrale – in un allestimento che intende mantenere la purezza della poesia di Adonis. La parola poetica è protagonista di uno spettacolo in cui si intrecciano le voci di figure a volte impalpabili, altre estremamente materiche, sempre sospese fra luce e ombra.
«È come avere in mano delle pietre preziose (che sono le parole di Adonis) e doverle soltanto esporre. Rendere le sue parole così come sono scritte, nella loro purezza. Intorno alle parole si costruirà una cornice, mettendo in campo gli elementi del rito del teatro. Tutto si svolge in un luogo del tempo immobile dove la speranza sembra essersi spezzata in un’illusione priva di stupori. Qui, come tracce del tempo, chissà per quale prodigio, risiedono schegge di umanità. È un accampamento di barboni, le loro figure ondeggiano nella lieve luce della sera. Tra muri e pietre, tra pozze d’acqua e cielo, tra delicati fuochi, le ombre si allungano nella notte. Come in un soffice balletto si muovono quelle curiose ombre, quelle eterne figure. Tutti sembrano alla fine di un cammino e all’inizio di un cammino nuovo. Si alza un vento pieno di parole e, come per incanto, i barboni recitano quelle parole. Sono le parole di Adonis. Tutti, ora sono tra l’incanto e il sonno. La poesia, oltre ad ogni speranza, è l’unica certezza. È il ritorno a se stessi, alle gioie, ai dolori. È eterna preghiera. Questo è il luogo dove il pensiero, come miracoloso sospiro, si dissolve nell’aria. Questo è il teatro, luogo d’incantamenti e di utopie. Luogo dei divini presagi» – Franco Scaldati.