Portare in scena un dramma pirandelliano, arcinoto, modificandolo, è stata una sfida dalla quale la compagnia teatrale messinese Scimone-Sframeli esce davvero a testa alta.
L’adattamento di Spiro Scimone ,con la regia di Francesco Sframeli, dal titolo «Sei», andato in scena al San Ferdinando dal 23 al 25 giugno per il Napoli Teatro Festival, merita il successo di pubblico che ha avuto.
I due interpretano, rispettivamente, il capocomico ed il padre di famiglia. Sul palco, con il fondale scenico disegnato da Lino Fiorito, l’azione comincia in modo leggero, comico, con gli attori vittime di un corto circuito e di un tecnico sopra le righe che, invece di risolvere il problema, si fa spettare. D’impatto, il ritorno della luce e la visione della «famiglia»: in scena sono due gruppi di persone a fronteggiarsi, gli attori da una parte, i «personaggi» dall’altra. Il cast è composto da Gianluca Cesale, Salvatore Arena, Bruno Ricci, Maria Silvia Greco, Miriam Russo, la madre è interpretata da Giulia Weber, che lancia un grido di dolore per la morte della sua bambina (l’attrice tiene in braccio una bambola-robot dall’inizio) e nel ruolo della figliastra, vittima dell’incesto, c’è la bella Zoe Pernici.
Grazie al ritmo dei dialoghi e alla verve di Scimeli, l’azione si svolge rapida, nonostante il dramma che colpisce ed incombe pesantemente sulla famiglia. Ancora più d’impatto la conclusione, con lo sparo di uno dei figli, che, colpevole della morte della sorellina, si suicida.
Con i costumi di Sandra Cardini, le luci di Beatrice Ficalbi, molto belle sul finale, lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Scimone Sframeli, Teatro Stabile di Torino, Teatro Biondo Stabile di Palermo, Théâtre Garonne-scèneeuropéenne Toulouse, si chiude con gli spettatori sorpresi e soddisfatti, che tributano ai due conterranei del grande Pirandello, un meritato e lungo applauso.

Cristiana Russo
Master in Drammaturgia e cinematografia
Università degli Studi di Napoli Federico II